ROMA – Perso il contatto con Venus Express, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) in orbita attorno a Venere da ben 8 anni. Era l’unico veicolo spaziale in orbita attorno al pianeta a noi più vicino e che ha permesso di studiare questo ‘quasi gemello’ della Terra, andando ben oltre le previsioni. L’Esa ha comunicato in una nota che la sonda potrebbe essere rimasta ‘a secco’ di carburante durante alcune recenti manovre per studiare la densa atmosfera venusiana.
La perdita del segnale è avvenuta il 28 novembre e da allora si è cercato di ripristinare il collegamento attraverso la vasta rete di antenne per le comunicazioni con lo ‘spazio profondo’ di Esa e Nasa, Gli ultimi tentativi hanno portato solo a comunicazioni ‘a singhiozzo’ e ciò fa supporre ai tecnici che la sonda sia in lenta rotazione. Seppur discontinuo, il collegamento ha permesso di scaricare alcuni pacchetti di dati che potrebbero permettere di capire quali siano i problemi.
Pochi giorni fa la sonda aveva compiuto una serie di manovre molto rischiose, considerate come probabilmente le ultime della sua ‘lunga e onorata’ carriera, che le avevano permesso di scendere a una quota di 130 chilometri e svelare alcuni dei misteri della densa atmosfera che avvolge Venere. Ulteriori dettagli potranno arrivare nei prossimi giorni quando sarà possibile definire con certezza il destino della sonda.
Lanciata nel 2005, Venus Express è stata la seconda missione europea mai inviata verso altri pianeti ed è nata sfruttando anche l’esperienza delle sonde Rosetta e Mars Express. Anche in Venus Express il ruolo italiano, attraverso il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è stato rilevante: con lo strumento Virtis, sviluppato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e realizzato da Selex Es (gruppo Finmeccanica), ossia uno degli ‘occhi’ della sonda e con ‘l’assemblaggio’ dell’intera sonda che è avvenuto negli stabilimenti di Thales Alenia Space a Torino.