Giffoni F.F.: la quiete dopo la tempesta

Aldo Bianchini

SALERNO – La mattina del 24 luglio 2014 “un drappello di ispettori del lavoro” fa irruzione nel villaggio del Giffoni Film Festival. E’ in corso la settima giornata del Giffoni Experience tra ospiti internazionali e proiezioni di film. I controlli vengono estesi a tappeto e nel tardo pomeriggio i funzionari lasciano il villaggio con corposi e voluminosi dossier. Questa la notizia, in sintesi, apparsa la mattina del 25 luglio 2014 sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno; ovviamente nessuna firma in calce all’articolo che comprende anche una breve dichiarazione del direttore della Direzione Provinciale del Lavoro (ing. Rossano Festa) che annunciava la scoperta di alcune irregolarità  e l’annotazione che quel blitz era il primo effettuato in tanti anni di festival, quasi a voler significare che era stato violato uno dei “templi sacri”. Tutto il resto della stampa, un po’ sonnacchiosa, appiattita naturalmente sulle posizioni del GFF preso di mira dall’interrogazione parlamentare dell’on. Angelo Tofalo (Mov. 5 Stelle) rivolta, tra gli altri, al ministro del lavoro a fine giugno 2014 per la questione dei mancati pagamenti degli stipendi a tutti quei dipendenti a tempo determinato assunti con contratti d’opera per il periodo di durata del festival internazionale. Prima del blitz c’era stata addirittura una conferenza stampa in piazza del fondatore e direttore artistico del festival nel corso della quale aveva rintuzzato con asprezza la richiesta di spiegazioni del deputato pentastellato.  Da quel momento più niente; il silenzio e l’oscurità. Ma come è andato a finire quel blitz ? Cosa hanno scoperto gli ispettori ? C’erano davvero le irregolarità di cui parlava Tofalo ? Insomma, come dire, il sacrario di un mito che dura da oltre trent’anni, nascondeva segreti inconfessabili o si trattava di una bolla di sapone, come spesso ci capita di scoprire dopo gli eclatanti blitz. Dall’inchiesta ricostruttiva che ho condotto non è emersa né l’una né l’altra versione ma, senza voler entrare a tutti i costi nei meandri più reconditi di ogni accertamento ispettivo, sostanzialmente è venuta fuori una più che buona conduzione artistico-amministrativa della manifestazione che interessa mezzo mondo e che viene, comunque, lautamente sponsorizzata. Ma su questo aspetto ci arriviamo dopo. Facciamo, però, un passo indietro alla mattina del 24 luglio al momento del blitz: gli ispettori interrogano una ventina di ragazzi (muniti di contratti d’opera), sequestrano numerosi incartamenti e si riservano tutte le verifiche del caso da esperire sugli atti. Si intreccia anche una copiosa corrispondenza tra la Direzione Territoriale del Lavoro, la Regione Campania, l’assessore regionale Caterina Miraglia e il ministro del lavoro. Si accerta che all’Ente Autonomo Giffoni Experience vengono erogati: 1) contributi ordinari previsti dal bilanci della regione (capitoli 5100 e 5118); 2) fondi comunitari nell’ambito del programma operativo regionale campania 2007-2013, fondo europeo per lo sviluppo regionale, asse 1 sostenibilità ambientale ed attrattività culturale e turistica, obiettivo operativo 1.10 “La cultura come risorsa”, progetti SMILE 7, 25, 46 ed 80; 3) fondi patto di azione per la coesione III fase di riprogrammazione “promozione e valorizzazione del patrimonio culturale della Campania”.  Da anni faccio il giornalista ma quando leggo questi grovigli non mi ci raccapezzo mai, ma bisogna farsene una ragione perché le cose semplici a noi italiani proprio non piacciono. Dalla relazione inviata all’assessore regionale (prot. 463/SP del 28.10.14) si evince che la Direzione Territoriale del Lavoro di Salerno, dopo il blitz del 24 luglio, chiede al GFF il “durc” (documento unico regolarità contributiva) e subito arriva la prima sorpresa. Alla prossima.

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