Bufera in Regione. Mastursi l’agnello sacrificato: Renzi vuole De Luca


Antonio Citera

SALERNO – Povero” Nello”, una vittima ma anche un carnefice della politica. L’uomo ombra di Vincenzo De Luca pronto a sacrificarsi per il suo capo. Prima le dimissioni da capo staff, poi quelle da responsabile del PD Regionale. Un uomo perso, un uomo solo oramai lasciato nelle acque torbide infestate dai coccodrilli. Ufficialmente si parla di concussione e per induzione. Avrebbero, in accordo con un Magistrato, falsato la sentenza che vedeva De Luca cadere nella rete della legge Severino. Questa la versione ufficiale della Procura di Roma che ha messo sotto torchio sei persone tra cui, anche se in maniera occulta, il Governatore della Campania. Ma c’è altro. L’indagine vuole capire i rapporti “neri” tra la politica e il malaffare, tra De Luca, capace di scalare le montagne in pochi mesi e le persone che hanno permesso tutto ciò. In tutta questa vicenda, l’uomo chiave è sicuramente Nello Mastursi, complementare a De Luca, trascinatore fedele ai suoi voleri di potere. Pronto a tutto pur di vederlo annuire. Un personaggio schivo, sicuro di se, onnipresente cresciuto a pane e politica, quella defilata, quella di servizio. Abituato agli inciuci sotto dettatura, non ha retto il salto di qualità. Appena approdato a Napoli è sprofondato nei meandri illuminati dal suo partito, quel PD che non ha mai visto di buon occhio l’ascesa del Governatore della Campania e che ora vuole vendicarsi. Forse la tanto agognata “Rottamazione” annunciata da Renzi ha preso il là, il vero obiettivo è certamente Vincenzo De Luca. L’uomo tutto di un pezzo che dal dominio salernitano è riuscito nell’impresa di oltrepassare quel sottile confine tracciato dal potere, insediandosi la, dove nessuno lo voleva. Eppure i risultati sono venuti dalle urne, tante persone lo hanno votato e preferito al più cauto presidente uscente Stefano Caldoro. Questo non conta, ciò che veramente ha valore in questo sistema marchiato dal marcio è l’appartenenza politica, non quella convenzionale ma bensì quella gerarchica. Tornando a Nello, possiamo dire che ha osato, abituato al modello Salerno e provincia in cui poteva muoversi a 360 gradi come una trottola, tessendo quella rete che ha dato il potere all’apparato di De Luca. Proprio su questo punto, l’indagine del falso tesseramento condotta dal PM Montemurro iniziata qualche anno fa aveva focalizzato l’obiettivo, capire come e perché specialmente nelle primarie, decine di migliaia di voti, passavano da un nome all’altro assecondando proprio i voleri del Governatore. Centinaia di tessere bianche usate come “assegno” per coprire e per comprare i voti, senza scrupoli e soprattutto con molta facilità. Ecco dunque che l’inchiesta di Roma potrebbe far riaccendere i motori anche a quella di Salerno e a questo punto l’obiettivo di Renzi sarebbe cosa fatta.

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