RAGGI: la patata bollente e il falso sessismo !!

Aldo Bianchini 

SALERNO – Mi è piaciuto molto la dichiarazione della deputata P.D. Lorenza Bonaccorsi (pubblicata da Il Mattino mobile dell’11 febbraio 2017) a commento del titolo di prima pagina “Patata bollente” apparso su Libero e indirizzato alla sindaca di Roma Virginia Raggi. In verità la Bonaccorsi se la prende in particolar modo con il Mov. 5 Stelle ma credo possa andare bene per tutti quelli che hanno attaccato a testa bassa il direttore Vittorio Feltri accusato di “sessismo” di bassa lega. Ecco la dichiarazione della Bonaccorsi: “”Oggi il M5S raggiunge livelli inarrivabili di ipocrisia. Tutti i suoi esponenti si indignano per il pessimo titolo di Libero su Virginia Raggi. Eh già, ma non ve ne siete accorti prima? Io esprimo solidarietà TUTTI i giorni a TUTTE le donne insultate in maniera vergognosa, sessista, becera, schifosa. Una pratica alimentata in questi anni da quella parte che oggi si scopre pruriginosa come una educanda del secolo scorso. Come al solito  campioni solo di ipocrisia, ma zero rispetto istituzionale, politico degli altri. Come al solito sempre solo due pesi e due misure. Campioni del mondo di doppiopesismo e ipocrisia””. Come fare a non essere d’accordo con la Bonaccorsi anche perché io personalmente, non essendo maligno e/o assetato di sesso, quando ho letto il titolo ho istintivamente pensato alla “patata bollente” in senso proprio e non al film di Steno del 1979 (di cui sconoscevo addirittura l’esistenza fino a queste ore di grandi polemiche); ho pensato soltanto al senso proprio delle due parole che da sempre vengono utilizzate per definire, soprattutto in politica, una questione di grande peso fino al punto di diventare bollente per chi è costretto a reggerla in mano per cercare di risolverla. Mi sono meravigliato che tutte le cariche dello Stato (fortunatamente non il Presidente della Repubblica), tutti i Partiti ed anche l’Ordine dei Giornalisti (ormai praticamente quasi inutile !!) si siano rizelate talmente da pensare tutti al film di Steno e non ad altro, cioè al senso vero e proprio della parola patata. Possibile che tutti, mi sono chiesto, non pensano ad altro che al sessismo non appena uno scrive o dice qualcosa; si vive anche di qualcos’altro o no. Nel titolo di Libero, a mio avviso, incide poco l’allusione all’epopea di Berlusconi ed alle olgettine; il senso di questo riferimento potrebbe anche essere indirizzato alla confusione che regna in Campidoglio ed anche alle dichiarazioni poco corrette dell’assessore Berdini. Anche Matteo Salvini, purtroppo, cade nella trappola del sessismo (fortunatamente a metà) e dichiara (fonte Il Mattino): “”Trovo scorretto attaccarla su presunte relazioni amorose (affari suoi), meglio parlare della sua totale incapacità di amministrare. Aggiungo poi una riflessione: dove erano tutte queste anime belle di sinistra e 5Stelle che oggi protestano, Boldrini in primis, quando a subire insulti di ogni genere erano donne (e uomini) di una diversa parte politica? Forse la volgarità di Asia Argento è meno grave (anche se è pagata dalla Rai, cioè da tutti) perché è contro la fascista Giorgia Meloni? Quanta ipocrisia””. Il proverbiale self-control del direttore Vittorio Feltri, nonostante le esasperazioni proprie del suo carattere, riesce sempre a mascherare le sue intime emozioni e sensazioni; lapidaria la sua breve dichiarazione “”Lasciano il tempo che trovano le accuse di sessismo: Poi che cos’è la patata? A Roma c’è sicuramente una questione scottante. E quindi è una patata bollente. Il doppio senso, eventualmente, lo attribuisce chi legge e non chi scrive””. Non perde tempo, però, la Raggi per rimarcare ancora una volta il suo atteggiamento di superiorità contro tutti che sta caratterizzando il suo sindacato: “”Ringrazio tutti coloro, donne e uomini, che oggi mi hanno manifestato la loro solidarietà. Ah, dimenticavo. Quando chiederò il risarcimento per diffamazione – ovviamente, lo farò – aggiungerò anche 1,50 euro che ho speso per comprare per la prima e ultima volta questo giornale“”. Naturalmente la Raggi, dall’alto della sua ottima preparazione tecnico-legale, ha parlato anche di “retro pensiero sessista”; ma il retro pensiero proprio perché è un pensiero è difficilmente dimostrabile, a meno che non vogliamo cominciare a fare i processi alle intenzioni. Che poi alla fine il rapporto stampa-politica si è imbarbarito è un altro discorso, ma a volerlo è stato proprio Beppe Grillo.

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