FERROVIA: da Sicignano a Lagonegro, il sogno continua … e De Luca ?

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Ancora una volta per i miei approfondimenti sulle vicende del Vallo di Diano devo far riferimento al quotidiano online “Ondanews” ottimamente diretto da Antonio Colombo. Del resto Ondanews è l’unico quotidiano online dell’intero territorio valdianese e saprese che ha (credo !!) una redazione viva e palpitante e una sede redazionale. Non si può prescindere, quindi, da Ondanews se si vuole approfondire qualche argomento inerente quella zona del territorio provinciale. Difatti, senza Ondanews, mi sarebbe sicuramente sfuggita l’accorata ed anche malinconica lettera aperta che il Comitato Pro Ferrovia Sicignano-Lagonegro (con sede in Sala Consilina) ha scritto e dato alla stampa in un estremo tentativo di salvare quel tratto ferroviario dismesso ormai da trent’anni. In questi ultimi anni ho scritto diverse volte su questo argomento, nonostante questo non sono riuscito a far capire che la mia posizione al riguardo non è contro il Comitato, piuttosto a supporto delle azioni portate avanti dallo stesso, ma nell’ottica di non pubblicare pedissequamente soltanto i suoi comunicati. In passato ho spesso espresso la mia opinione ed ho cercato anche di suggerire delle soluzioni; manco a dirlo, come se avessi scritto nel vuoto. Eppure la soluzione suggerita da Comitato: “Non un’idea brillante, ma una soluzione logica e coerente con le centinaia di dichiarazioni che arrivano quotidianamente in merito al rilancio della mobilità su ferro. Visto l’annuncio del 13 aprile scorso, quando il ministro Graziano Delrio ha comunicato una manovra del Consiglio dei ministri che prevede la fusione di ANAS in Ferrovie dello Stato, si aprono prospettive interessantiintegrando di fatto le strade con le ferrovie, è possibile dopo la fusione muovere risorse destinandole ad un’opera piuttosto che ad un’altra. Tale manovra potrebbe essere positiva anche ai fini della riapertura della ferrovia del Vallo di Diano facendo rinunciare ad Anas l’investimento passivo come quello della costruzione di ulteriori svincoli autostradali sulla neo A2/Autostrada del Mediterraneo, sul tratto tra Sala Consilina e Padula dove già sono presenti due svincoli“ mi appare abbastanza costruttiva. Condivido l’idea anche se personalmente avrei aggiunto un attacco a testa bassa contro chi, qualche anno fa, ha ideato, progettato e costruito quel mostro di cemento che è lo svincolo di Atena Lucana. Così come avrei avuto un po’ più di coraggio di non prendermela soltanto con Tino Iannuzzi, con l’ex a.d. Mario Moretti, con Tommaso Pellegrino o con Gianni Pittella; avrei avuto un po’ più di coraggio nell’indicare il nome che manca e che è il nome dell’unico vero responsabile di questo scempio a strascico infinito; manca il nome del governatore Vincenzo De Luca che anche su questa tratta ferroviaria ha fatto campagna elettorale prendendo in giro tutti, anche quelli del Comitato che, oggi, forse per una sorta di timore riverenziale evitano di pronunciare o scrivere il suo nome, tanto è forte il potere del kaimano. Ancora una volta voglio ribadire ai componenti il Comitato Pro Ferrovia che tutti quelli che hanno citato non comandano niente e che al cospetto di De Luca devono zittire e assecondare le decisioni del capo. Questa è la verità storica dei fatti, e se anche i Comitati incominciano a stare zitti siamo messi davvero malissimo.

Per accontentare i cittadini del Vallo di Diano, ma anche i componenti il Comitato, ricordo a tutti che in una famosa trasmissione su Radio Kiss Kiss, a cura di Salvatore Calise, del 2 dicembre 2014 (la campagna elettorale per la Regione era già iniziata) il candidato governatore in pectore Vincenzo De Luca sparò una delle sue balle più clamorose: “Il tratto ferroviario Sicignano-Lagonegro ? Facile, basta andare alla direzione generale delle ferrovie e la cosa è fatta, io sono per i fatti e non per le chiacchiere messe in campo da tutti quelli che mi hanno preceduto …”. Io non me ne sono accorto, ma se è cambiato qualcosa da quel momento per piacere fatemelo sapere.

Qualche giorno fa su Rai/1, nel corso de La vita in diretta, è andata in onda una passeggiata sul treno più vecchio d’Italia che percorre ogni giorno, sbuffando e fischiando, la Val d’Orcia che è patrimonio dell’Unesco. Nei precedenti articoli ho anche, più volte, ricordato l’esistenza del trenino rosso che collega Tirano a Saint Moritz sfrecciando sulle nevi del Bernina; ed ho anche scritto che soltanto dando una specifica qualità turistica per la riattivazione della tratta, anche se qui non abbiamo le nevi del Bernina e il Vallo non è patrimonio dell’umanità, si può sperare di farcela. Fa rabbia, però, vedere in tv una locomotiva di fine ‘800 al passo con i tempi per la gioia di migliaia di turisti ed assistere alla scempio politico-amministrativo di una favola che tutti amano raccontare e che tutti si guardano bene dal portare avanti, compreso De Luca.

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