Giustizia: Montemurro … for ever

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SAERNO – E’arrivato l’ennesimo colpo alla credibilita’ della giustizia che non riesce, nonostante qualche sporadico sforzo, a ritornare credibile agli occhi della gente, ammesso che sia mai stata credibile. Purtroppo la giustizia e’ fatta dagli uomini, e questa e’ l’unica giustificazione possibile e plausibile.

            Quando poi ci si mette addirittura il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), organo di autocontrollo, a mischiare le carte in tavola per non decidere o di decidere a meta’, allora la situazione si complica e si arriva a decisoni soncertanti come quella adottata per la vicenda che ha coinvolto il PM Vincenzo Montemurro, uno dei sostituti procuratori piu’ in vista della Procura Antimafia di Salerno.

            Prima di andare avanti e’ utile ricordare, per sunto, la storia (fonte La Citta’):  “”Era il 30 giugno del 2015 quando dalla Procura di Nocera Inferiore partì un’informativa per i colleghi napoletani: si segnalava che il sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro era stato intercettato mentre comunicava a Gabriella Zaccaria, all’epoca direttrice provinciale dell’Inps, la richiesta di archiviazione per un funzionario dell’istituto. E che la stessa dirigente l’aveva riferito pochi minuti dopo al diretto interessato (il funzionario Pierluigi Violante), manifestando col pubblico ministero una confidenzialità che pareva sospetta””. Ma se a Napoli l’inchiesta fu archivista per mancanza di elementi di responsabilita’ penale non è andata così per gli aspetti disciplinari. Il Csm ha ritenuto che quella comunicazione sia stata conmunque inopportuna e l’ha sanzionata con un provvedimento di censura. Meno di quello che aveva chiesto l’accusa, che di condotte biasimevoli ne aveva rilevate due e aveva chiesto di sanzionarle con la perdita di un anno di anzianità.

            La maxi-inchiesta che, nelle Procure di Salerno e Nocera Inferiore ha assunto varie denominazioni: Mastrolindo, Spending Review, Baldi Connection, ed ha toccato i nervi scoperti di uno scandalo che e’ andato dai falsi invalidi, alle assunzioni fantasma, fino alla spartizione dei “premi incentivanti” che l’INPS ha distribuito ai suoi funzionari in questi ultimi anni. Il troncone centrale dell’inchiesta e’ tuttora in corso ed ha portato il pm di Nocera, Roberto Lenza, ad effettuare perquisizioni e sequestri nelle sedi provinciali, regionali e nazionali dell’Istituto Previdenziale.

            La domanda e’: puo’ essere intercettato un giudice senza essere indagato ? ovvero puo’ essere accusato un giudice che nello svolgimento del suo compito interloquisce con la controparte al fine di ristabilire la giustizia ? Io credo proprio di no, anche perche nella fattispecie siamo di frone a due provvedimenti molto diversi; da un lato il tribunale di Napoli che assolve il PM per aver cpmiuto il proprio dovere senza evidenti elementi di responsabilita’ in sede penale e dall’altro lato  il CSM che censura il comportamento del magistrato ritenendo il suo colloquio con la Zaccaria comunque inoportuno. Insomma, come dire, che un giudice si trova censurato per aver agevolato il corso della gistizia ai fini di giustizia. Incredibile ma vero !!

            La stampa salernitana, quella che va a pietire le notizie giudiziarie, nell’ufficio sia di Montemurro che di altri sostituti, ha debitamente pubblicato la notizia della “quasi assoluzione”, la breve dichiarazione dell’imteressato e neppure una parola di approfondimento.

            Per quanto mi riguarda gia’ in tempi non sospetti ho cercato di esaminare il caso assumendo anche una posizione precisa nel merito; ecco perche’ posso tranquillamente affermare di non aver cambiato idea rispetto a quanto ho scritto il 21 novembre 2015 su questa inquietante vicenda: “” Io che non vado molto per il sottile, che non amo particolarmente i magistrati, e che non sono mai stato in completa simpatia con la direttrice dell’Inps, non ho problemi nell’affermare che il tenore delle telefonate, seppure confidenziali, non ha mai avuto un tono sopra le righe e non ha mai travalicato il giusto senso del dovere d’ufficio. Da una parte la direttrice che pressava per avere notizie richieste da Napoli e Roma e dall’altra un PM abbastanza coscienzioso, tanto da riprendere lui in mano la situazione ed avvertire la direttrice che la posizione del funzionario era stata stralciata dal contesto generale dell’inchiesta. Probabilmente è così che dovrebbe funzionare la pubblica amministrazione, sempre che sotto non ci siano altri elementi che al momento non sono di dominio pubblico. Del resto sembra che in questo senso si siano già mossi i diretti interessati nelle sedi penali opportune. Tutto qui, dunque, lo scandalo delle intercettazioni mentre si attendono gli sviluppi del blitz dell’ottobre scorso””.

Oltretutto c’e’ sicuramente un atteggiamento di grande trasparenza da parte del pm Vincenzo Montemurro di cui la stampa non ha tenuto assolutamente conto; non e’ facile autorizzare, come lui ha fatto, che la sua deposizione di fronte al CSM venisse trasmessa in diretta su Radio Radicale; un momento di grande correttezza istituzionale che soltanro un uomo libero e assolutamente certo della sua legittima azione puo’ tranquillamente fare. Non so quanti magistrati avrebbero scelto la strada seguita da Montemurro, e’ di questo gli va dato atto senza se e senza ma.

Lo dico in piena coscienza, pur dovendo evidenziare che qualche volta non ho condiviso (e non condivido) alcuni aspetti delle inchieste giudiziarie del pm antimafia, ma facciamo due mestieri diversi ed anche naturale che non sempre il pensiero di ognuno debba essere identico all’altro; e questo e’ un altro momento di liberta’ e di trasparenza. E per correttezza devo riconoscere al PM antimafia la qualita’ di aver sempre condotto le sueinchieste nel massimo rispetto della legge e senza che Egli abbia mai usato il suo forte ruolo-potere in maniera impropria e per fini personali. Riceve e parla con tutti, anche dei problemi piu’ seri e scottanti, nell’ambito di quella che dovrebbe essere una nuova e moderna dimensione della giustizia che deve scendere tra la gente per meglio capire e per giudicare in perfetta ed armonica autonomia.

Una nuova dimensione che il CSM con troppi ermellini ha cercato se non di bloccare almeno di rallentare.

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