GIORNALISMO: Libertà d’informazione e unità dei giornalisti

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

NAPOLI – Un successo clamoroso, di partecipazione e di consensi, il convegno organizzato dall’ordine dei Giornalisti della Campania (presieduto da Ottavio Lucarelli) in un noto ed elegante albergo (Hotel Alabardieri) nei pressi della sede regionale dell’ordine in Via Santa Maria Cappella Vecchia nel cuore della metropoli partenopea.

            Nel salone gremito di giornalisti provenienti da tutta la Campania si è discusso di “Liberta d’informazione e dell’unità dei giornalisti” un tema molto ricorrente nell’ambito della professione che qualcuno continua ama definire  “il mestiere più bello del mondo”.

            Alla fine più che di giornalismo, libertà e legalità si è parlato soprattutto di “giornalismo legale”, vale a dire della trasformazione epocale del mestiere di giornalista passato in pochi anni dall’odore del piombo della carta stampata e delle rotative all’asettico e incolore ticchettio tecnologizzato del web sul quale e attraverso il quale ormai tutto è possibile.

            Il web ha rappresentato una mazzata incredibile per il mestiere di giornalista svolto in maniera tradizionale perché internet ha creato miliardi di potenziali giornalisti che, comunque la si voglia pensare, finisce per esercitare una pressione costante verso il mondo del giornalismo classico che fino ad oggi ha prima lussureggiato e poi vivacchiato sui residui brandelli di una professionalità quasi del tutto dimenticata o addirittura perduta.

            Il giornalismo, spiace dirlo, negli ultimi decenni si è appiattito se non proprio addormentato sui privilegi di una casta che è stata tale fino a quando l’irruzione delle decine di milioni di navigatori solitari del web non ha provocato una paurosa voragine tra editori e giornalisti, con i primi attenti al risparmio ed i secondi non più abituati ai sacrifici ed alle lotte.

            Il web è inarrestabile, semmai è regolamentabile, anche se tutto appare molto difficile in quanto i grandi net work mondiali viaggiano ormai al di sopra delle righe e di tutti i principi di legalità che ogni Stato si è disegnato sulla scorta di oltre un secolo di esperienze dirette sul campo.

            Una collega ha ricordato che pochi giorni fa, durante la visita del ministro della salute, Giulia Grillo, presso l’ospedale del mare di Napoli è stato impedito l’accesso ai giornalisti per motivi di etica precauzionale ai fini dell’asetticità dei reparti; ebbene proprio mentre la visita era in corso, dall’interno dell’ospedale sono partiti via web centinaia di foto della manifestazione, foto scattate anche dagli infermieri che hanno subito postato il loro messaggio giornalistico, mentre i giornalisti tesserati hanno aspettato fuori l’uscita del ministro. Cosa vuol dire  questo ? Vuol dire che il mestiere più bello del mondo se vuole rimanere tale si deve adeguare ai tempi e nello specifico deve cercare di commentare l’evento e non rappresentarlo, semmai il giorno dopo, soltanto come cronaca quando ormai l’evento è già stato visto da milioni di cittadini in tutte le salse. Questa capacità di autotrasformarsi non c’è stata e bisogna porre rapidi rimedi. Le soluzioni indicate sono state tantissime e tutte degne di attenzione, purchè non rimangano allo stato di chiacchiere come troppo spesso è accaduto.

            I propositi e le promesse dell’Ordine (che è attento a queste problematiche) sono state tante, la serietà e la serenità che contraddistingue la gestione Lucarelli è già di per se una garanzia di suc cesso, speriamo che tutti quelli che lo affiancano siano alla sua altezza e, soprattutto, abbiano la stessa volontà di riportare la categoria verso i successi di un tempo passato.

            Ecco appunto, bisogna insistere sulla qualità e sull’unità della categoria che oggi appare scompaginata e troppo vittima sia degli eventi travolgenti di internet che degli editori sempre meno “editori puri” e più inclini alla commercializzazione di un prodotto che non può essere soltanto venduto perché va prima riqualificato e reso autonomo e indipendente.

            Sul punto della riqualificazione e dell’autonomia del giornalista è intervenuto il collega  Rocco Colombo (presidente dell’Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) appositamente invitato dal presidente Lucarelli a relazionare sullo stato dell’arte, soprattutto dei cosiddetti giornalisti di periferia che sono costretti ad enormi sacrifici per via della obiettiva lontananza dai centri nevralgici dell’informazione a tutto campo. Rocco Colombo, scortato dal segretario dell’associazione Pierino Cusati (decano dei giornalisti del Vallo) e dal consigliere per lo sport Gerardo Lobosco, ha svolto una relazione lucida – puntuale e coinvolgente; ha parlato della riqualificazione professionale del giornalista al quale necessita ridare una solida dignità lavorativa; una dignità che passa attraverso la contrattualizzazione di tutti secondo le regole vigenti, un passaggio fondamentale che deve sempre tener conto delle indiscutibili esigenze di autonomia e libertà del singolo giornalista. Il colpo finale Rocco Colombo l’ha assestato quando tra gli applausi generali ha riferito che nell’impresa editoriale di suo riferimento, Ondanews.it diretta dal giovane giornalista Antonio Colombo, a tutti i giornalisti è stato anche garantita un’assicurazione sulla vita. Una novità assoluta che più di qualcuno, a gran voce, ha chiesto di estendere a tutte le testate giornalistiche. Dunque, grazie all’intervento del presidente Rocco Colombo l’intero giornalismo del Vallo di Diano sale alla ribalta regionale e raccoglie il consenso di tutte le testate giornalistiche rappresentate nel convegno.

            Molto condivisibile, infine, l’intervento del capo redattore di La Repubblica di Napoli, Edoardo Scotti, che molto sinteticamente ha richiamato tutti sulla necessità di tenere meglio sotto controllo l’accesso alla professione istituendo anche dei corsi trimestrali ripetibili e sulla necessità non più rinviabile della ricerca dell’unità, non della casta, ma della categoria.

            E’ stata, per chiudere, un’iniziativa molto apprezzabile dell’ ordine dei Giornalisti della Campania fortemente voluta dal presidente Ottavio Lucarelli.

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