CARCERE: per Sala Consilina, Castiello e Ferraioli precisano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Il dibattito intorno alla brutta vicenda della chiusura del carcere di Sala Consilina (successiva allo scippo del Tribunale), dopo la conferenza stampa tenuta dall’avv. Angelo Paladino e dal dr. Pietro Cusati il 25 ottobre 2018 e dopo la decisa presa di posizione di questo giornale, sta lievitando nella direzione giusta.

Questa è una delle rare occasioni che la stampa locale ha per dimostrare di lavorare per il territorio; bisognerebbe fare fronte comune (e non pubblicare soltanto i comunicati stampa) per dare una scossa decisiva all’ambiente politico valdianese che da molto tempo dimostra di essere diviso, impreparato e contraddittorio. Se la stampa locale non riuscirà a fare questo vorrà dire che in futuro nessuno potrà più additare di insipienza la politica del Vallo di Diano che, inopinatamente, si è fatta scippare il tribunale, il carcere ed altre strutture senza battere ciglio.

Dopo il nostro articolo “CARCERE, come dove, quando ?” (del 29 ottobre 2018) hanno scritto a questo giornale sia il sen. Francesco Castiello che l’on. Marzia Ferraioli per rivendicare, ognuno per la propria parte politica, le diverse azioni messe in atto, purtroppo, dopo gli scippi. Entrambi i parlamentari hanno prodotto una interrogazione a testa sulla vicenda del carcere; superfluo ricordare che (come già scritto in altre occasioni) le interrogazioni lasciano il tempo che trovano sia per i parlamentari della maggioranza che per quelli dell’opposizione. Insomma, come dire che le interrogazioni non servono a niente se non accompagnate da azioni più decise e penetranti fino a smuovere dalle proprie sedie i ministri in persona; se ci si impantana nei gangli ministeriali non se ne esce più e, soprattutto, non si risolve alcun problema.

Oggi provvediamo a pubblicare la lettera del sen. Castiello (giunta per prima in redazione) ed anche integralmente la sua interrogazione; nei prossimi giorni quella dell’on. Ferraioli.

Il senatore Francesco Castiello ha scritto direttamente a me quale direttore responsabile della testata giornalistica www.ilquotidianodisalerno.it e quale autore dell’articolo sopra richiamato; lo ringrazio dell’attenzione rivoltami e per questo provvederò nei prossimi giorni a scrivere, io, una lettera aperta al senatore della repubblica per chiarire il mio punto di vista sia sulla politica in generale che su quella espressa dal Mov. 5 Stelle che il senatore rappresenta ad alti livelli. Anticipo soltanto che in forza di una educazione politica che viene da lontano ho il massimo rispetto di tutti quelli che ci rappresentano in Parlamento; li ascolto sempre con la massima attenzione e non ho mai pensato e creduto di potermi mettere alla pari con loro o addirittura scavalcarli, così come fanno tutti gli attivisti dei Cinquestelle, ormai pervasi da quello che gli antichi politici avrebbero definito “delirio di onniscienza”, con azioni spesso ridicole e irriverenti. Va da se che, al di là di una mia personale terminologia giornalistica che può apparire anche forte e sconosciuta in sede locale, sullo sfondo della vicenda rimane l’unico vero problema: lo scippo del tribunale, la chiusura del carcere e le annunciate altre dismissioni. La politica è uno strano e intrattabile animale, puoi fare tutte le azioni che vuoi ma se non raggiungi un risultato sei destinato a rimanere in posizione sempre defilata rispetto all’immaginario collettivo degli elettori.

Ma ecco di seguito la lettera aperta scritta dal senatore Francesco Castiello e la versione integrale della sua interrogazione:

“”Caro Bianchini, la lettura nel “Quotidiano di Salerno On Line” del 29 ottobre u.s. del tuo servizio riguardante il carcere di Sala Consilina rende opportuno fornirti alcune informazioni utili a chiarire l’intera vicenda.

Va premesso che la conferenza dei servizi, disposta dal Consiglio di Stato con la sentenza con la quale ha parzialmente accolto l’appello del Ministro Orlando contro la sentenza del TAR di Salerno, pienamente favorevole al Comune di Sala Consilina, si è svolta in tre sedute alle quali ho sempre partecipato unitamente al Sindaco e al Presidente del consiglio forense. A due di tali sedute ha preso parte anche il collega Cosimo Adelizzi, deputato del Movimento 5 Stelle, che si è speso con tutte le sue forze perché il procedimento si concludesse con esito positivo.

Prima della terza ed ultima seduta ho avuto occasione di intrattenere sull’argomento direttamente il Capo di Gabinetto del Ministro Guardasigilli, Consigliere Fulvio Baldi, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, col quale, tra l’altro, non ho avuto difficoltà, come ex Magistrato, di interloquire approfondendo i vari aspetti, in particolare giuridici, della questione.

Di più ho parlato personalmente della questione del carcere di Sala con il Ministro Alfonso Bonafede nell’Aula del Senato in occasione della sua presenza per rispondere ad alcune interrogazioni. Senza dire che, insieme al collega Adelizzi e al Sindaco di Sala Consilina, ci siamo intrattenuti a lungo, nel suo ufficio a Roma, con il Sottosegretario Vittorio Ferraresi che dagli inizi ha seguito la vicenda.

Con tali circostanze –mi devi consentire- non coincidono i giudizi presenti nel tuo servizio, nel quale si parla di “specchi artificiosamente messi in piedi dai penta stellati”, di penosa caduta dell’M5S “sui suoi stessi piedi appena cominciano a camminare” ed infine di “figuraccia” per non essere stato il sottoscritto ricevuto “neppure dal Capo di Gabinetto”.

Le surreriferite circostanze ti possono essere confermate dal Presidente del Consiglio dell’Ordine, che ne ha vissuto la più parte insieme a me, e –penso- dallo stesso ottimo Pierino Cusati, che mi risulta sia stato informato degli snodi più importanti della vicenda, nei cui confronti porto lo stesso sentimento di profonda stima che ti lega a lui.

Il fatto è che stiamo facendo di tutto per rimediare ai guasti del precedente Governo che tu giustamente, per dovere di verità storica, ascrivi a tutta la filiera: dal livello regionale a quello statale. Non si può non convenire con te che è un’inaccettabile paradosso il fatto che “un tribunale piccolo assorbe un altro più grande che, per inciso, opera in un’altra regione, in un’altra provincia e in un’altra Corte di Appello” con la connessa, perniciosa chiusura del Carcere.

Concludo col dirti che, in occasione della terza ed ultima Conferenza dei Servizi, ho fatto mettere a verbale, assumendomene la responsabilità morale e giuridica, il giudizio di “scellerata” con riguardo alla eventuale decisione negativa che, inauspicabilmente, il procedimento dovesse avere. Dopo di che ho presentato un’interrogazione al Senato che è stata pubblicata in data 23 ottobre 2018 come Atto n. 4-00728, di cui ti rimetto copia, con la quale ho chiesto che, quanto meno, venga accettata la soluzione ideata dal collega Cosimo Adelizzi, che è quella di consentire l’adeguamento della casa circondariale con l’ampliamento della sua capienza a 51 posti, senza oneri per lo Stato, in attesa che prenda corpo l’attuazione della direttiva governativa di sostituire, per esigenze di economicità di gestione, le strutture carcerarie microdimensionali con strutture con capienza non inferiore a 400 posti, da realizzare in caserme dismesse; la qual cosa richiederebbe tempi certamente non brevi, visto che i tempi medi per la realizzazione di un’opera pubblica –com’è noto- oscillano dai 7 a i 9 anni, almeno fino a quando (e questo, fortunatamente, è uno degli obiettivi prioritari del programma dell’attuale Governo) il Codice degli Appalti sarà riformato attraverso una radicale semplificazione nella quale sono impegnati i Ministri Danilo Toninelli e Giulia Bongiorno.

Allego l’interrogazione. Ti porgo cordiali saluti,  Roma, 30 ottobre 2018 Francesco Castiello””

Interrogazione al Ministro della Giustizia del Sen. Francesco Castiello (Mov. 5 Stelle)

 

Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00728

Atto n. 4-00728

Pubblicato il 23 ottobre 2018, nella seduta n. 50

CASTIELLO – Al Ministro della giustizia. –

Premesso che, per quanto risulta all’interrogante:

con decreto del Ministro della giustizia Orlando in data 27 ottobre 2015 è stata decisa la chiusura della casa circondariale di Sala Consilina, a seguito della soppressione del locale Tribunale ed al suo accorpamento col Tribunale di Lagonegro (Potenza), senza che lì esistesse alcuna struttura carceraria; il TAR Campania, sezione di Salerno, ha annullato il provvedimento con sentenza n. 2269/2016 parzialmente riformata dal Consiglio di Stato, sezione IV, con sentenza n. 5113/2017, che ha ritenuto in ogni caso necessario il contraddittorio col Comune di Sala Consilina (Salerno) e il locale consiglio dell’ordine degli avvocati; in esecuzione del dictum del Consiglio di Stato è stata convocata presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria il 14 giugno 2018 una conferenza di servizi nel corso della quale il Comune di Sala Consilina ha presentato l’ipotesi progettuale dell’ampliamento della struttura carceraria a 51 posti accollandosi tutti i costi pari a 221.000 euro mediante la collaborazione delle banche di credito cooperativo operanti sul territorio, dichiaratesi ben disposte a finanziare l’opera a condizioni particolarmente vantaggiose e fornendo persino un congruo contributo in conto capitale; sembrava così risolto ogni impedimento, avendo precisato i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nella conferenza dei servizi che l’unico ostacolo era costituito dall’indisponibilità delle risorse finanziarie occorrenti per l’ampliamento e la riapertura della struttura carceraria. Senonché, nell’ultima seduta della conferenza dei servizi in data 16 ottobre 2018, i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, autoconfutandosi e abbandonando l’originaria tesi secondo cui l’impedimento era costituito dalla mancanza di copertura finanziaria, hanno addotto come causa giustificativa del diniego l’ipotesi di riattivazione di una caserma dismessa per riconformarla come struttura carceraria con capienza fino a 400 posti, senza peraltro specificare quale sarebbe stata la caserma individuata per la riallocazione del carcere di Sala Consilina e quale la copertura finanziaria per la sua ristrutturazione; a una precisa domanda del sindaco di Sala Consilina, legittimato dalla sentenza del Consiglio di Stato a intervenire nell’istruttoria procedimentale, i rappresentanti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non hanno saputo dare risposta né sull’individuazione della caserma né sull’esistenza dei mezzi finanziari per realizzare l’ipotizzata opera pubblica né sulla tempistica occorrente alla sua realizzazione. È rimasta, inoltre, priva di risposta anche la domanda del sindaco perché a Grosseto sia stato consentito di mantenere in vita, in attesa di migliore sistemazione, l’originaria struttura carceraria, pur ritenuta per le sue ridotte dimensioni inadeguata, ed a Sala Consilina, al contrario, ciò non viene consentito, creando un’evidente, innegabile disparità di trattamento essendo entrambe le strutture carcerarie in analoghe condizioni; il territorio del Vallo di Diano, che trova in Sala Consilina il suo capoluogo, come risulta dalle relazioni del 2016 e del 2017 della Direzione investigativa antimafia, è oggetto di particolare attenzione da parte delle organizzazioni criminali che tendono ad espandere la propria sfera di operatività nell’area e ciò è dimostrato dalle infiltrazioni camorristiche discendenti dell’agro nocerino-sarnese e della ‘ndrangheta risalenti dalla provincia di Cosenza. È proprio per la tutela dell’ordine pubblico e per la prevenzione e repressione della criminalità che il Comune di Sala Consilina aveva chiesto al Ministero dell’interno di provvedere all’istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza, senza ottenere positivo riscontro; la chiusura del Tribunale di Sala Consilina, la disattivazione del carcere, il rigetto della domanda di istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza costituiscono un insieme di provvedimenti a contenuto negativo che lasciano il vasto territorio del Vallo di Diano privo della presenza dello Stato e carente di essenziali funzioni pubbliche. Il presidente della Corte d’appello di Potenza, cui appartiene il Tribunale di Lagonegro, al quale è stato accorpato il soppresso Tribunale di Sala Consilina, con nota prot. 23/07/2018.0008869 diretta al Ministero della giustizia, ha rappresentato che «la casa circondariale di Sala Consilina, sebbene non abbia una grande capienza, è necessaria a tutto il circondario di Lagonegro, tra i più territorialmente estesi in Italia, comprendente ben 64 comuni, dislocati in una zona geografica che si estende dalla costa tirrenica alle zone montuose interne alla  Basilicata, con una rete viaria e servizi pubblici di trasporto del tutto insufficienti. Non esistono nel circondario di Lagonegro altre strutture attive per misure cautelari restrittive e per misure alternative (ad es. semilibertà); di qui la sua indispensabilità non solo per gli utenti ma anche per la funzionalità del Tribunale di Lagonegro. Si pensi alle ipotesi non infrequenti di arresto in flagranza o di fermo di persone che vengono ristrette negli istituti di Potenza, Salerno o in Calabria, con conseguente difficoltà per il GIP di procedere agli interrogatori di garanzia, che per ovvi motivi non possono essere delegati, cui si aggiungono anche le restrizioni di tipo logistico per l’uso dell’unica autovettura di servizio e di spesa-carburante imposte dal Ministero della gGiustizia agli uffici giudiziari non ovviabili con le provviste accreditate sui capitoli di questa Corte, sebbene ne sia stato sollecitato l’incremento», si chiede di conoscere: quali interventi il Ministro in indirizzo intenda assumere per porre urgente rimedio alle gravi disfunzioni nell’amministrazione della giustizia penale verificatesi a seguito della disattivazione della casa circondariale di Sala Consilina, espressamente denunciate nella richiamata nota n. 23/07/2018.0008869 del presidente della Corte d’appello di Potenza;  se ritenga meritevole di accoglimento la proposta avanzata nella conferenza dei servizi del 16 ottobre 2016 dal Comune e dall’ordine degli avvocati di Sala Consilina riguardante l’adeguamento, senza alcun onere per lo Stato, della casa circondariale, con l’ampliamento della sua capienza a 51 posti, in attesa che la ventilata ipotesi di reperimento di una caserma dismessa e della sua riconversione in struttura carceraria possa trovare concreta realizzazione, così sovvenendo, nel periodo intermedio, alle esigenze di funzionalità della giustizia evidenziate dal presidente della Corte d’appello di Potenza.

One thought on “CARCERE: per Sala Consilina, Castiello e Ferraioli precisano

  1. Carissimo Direttore Aldo Bianchini ,
    ringrazio di cuore per la stima ,unitamente
    al Senatore Prof. Avv. Franco Castiello,per il suo incessante impegno che da
    sempre porta avanti per le nostre zone.
    Come giornalista del Vallo di Diano posso testimoniare la fattiva
    presenza nel nostro territorio del Senatore Prof. Avv. Franco Castiello ai problemi
    del nostro territorio,verso il quale constato una generale stima e riconoscenza,
    al di là dell’appartenenza politica,perché,prima di tutto, è una persona coerente :onesta,
    seria ,competente ,di elevato spessore professionale e culturale.
    Grazie ,quindi,al Senatore Franco Castiello per il suo proficuo lavoro
    per le nostre terre.
    Grazie a te Carissimo Amico Aldo Bianchini per il tuo giornale, perché sei un raro esempio
    di autonomia e indipendenza della libertà di stampa,in ossequio al sacro
    principio sancito dall’art.21 della Costituzione della Repubblica Italiana,
    la stampa non può essere soggetta a censure.
    Cordialissimi saluti ,estensibili al Senatore Prof. Avv. Franco Castiello,
    con sincera e vera stima per entrambi e auguro un buon lavoro.

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