VALDIANO: due ragazzi si accoltellano a Sassano … un altro caso di drammatico disagio sociale ?

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Da un po’ di tempo a questa parte sto cercando di seguire alcuni fatti ed accadimenti che soltanto ad un’analisi superficiale possono apparire come “momenti di cronaca nera”; c’è, invece, dell’altro, tanto altro.

I fatti e gli accadimenti dei quali mi sto interessando sono ricompresi tutti nella cinta del Vallo di Diano, territorio che conosco abbastanza bene; alcuni di essi hanno avuto anche ripercussioni extra valdiano arrivando finanche in Toscana.

Il fatto di cui parlo oggi è finito, fortunatamente per tutti, senza un dramma insanabile; il dramma c’è, ed anche tutto, ma riguarda un “primo unico comune denominatore” che è “il disagio della gioventù di oggi”, un disagio che porta spesso a muoversi (non a vivere in senso lato, ma a muoversi nel senso letterale del termine) negli atteggiamenti pubblici e di gruppo al di sopra delle righe.

Perché ?, semplicemente perché in moltissimi casi i figli, i nostri figli, sono il risultato di un disastro educativo, sociale – scolastico e familiare.

Poi c’è un “secondo unico comune denominatore” che riguarda sostanzialmente la personale posizione di carattere socio-economico-culturale occupata dai singoli soggetti in campo, una posizione che spesso determina le caratteristiche degli eventi e del loro determinismo: spaccio inconsapevole di droga, utilizzo personale diffusissimo di sostanze stupefacenti, gioco notturno forzato, sballo disincantato e forse ancora più pericoloso il gioco di gruppo che a Buonabitacolo qualche anno fa provocò una delle morti più agghiaccianti ed ancora irrisolta dal punto di vista della responsabilità.

Naturalmente tutte le storie sono, poi, completamente diverse tra loro e mostrano sfaccettature assolutamente prevedibili, previste ma non mutabili o contenibili; insomma c’è la difficoltà dei genitori normali in una famiglia normale di far recedere i propri figli dalle loro scorribande notturne, figurarsi come questa difficoltà si moltiplica a dismisura quando ci troviamo in presenza di una famiglia non normale ed alle prese con problemi di rapporti umani interni e di rapporti economici con l’esterno.

Il fatto che oggi mi ha indotto a riprendere questo delicato discorso sarebbe accaduto a Sassano e questo dimostra che la geografia del disagio giovanile e meno giovanile si allarga e va da Sanza a Buonabitacolo, da Sant’Arsenio a San Rufo per finire a Sala Consilina:

  • Il fatto: due ragazzini quindicenni avrebbero avviato una lite per motivi utilissimi (la competizione per una ragazzina), sarebbe spuntato fuori un coltello la cui lama avrebbe ferito, fortunatamente in maniera molto leggera, uno dei due ragazzini alla giugulare. Sulla scena del crimine sarebbero intervenuti anche i Carabinieri che, stando alle voci popolari, avrebbero addirittura e giustamente diffidato la famiglia dell’aggressore ad una vigilanza più stretta del ragazzino, altrimenti sarebbe stato approntato un regolare foglio di via.

 

Al momento in cui scrivo non so se il ferito sia stato portato anche in ospedale; ma questo è un fatto secondario visto e considerato che il tutto si sarebbe risolto con una leggera ferita. E’ importante, invece, sapere le vere motivazioni che hanno indotto di amici (forse già compagni di scuola) ad aggredirsi ed accoltellarsi. Di questo dovrebbero farsene carico tutte le istituzioni, in primis la Chiesa che attraverso la ramificazione delle parrocchie è l’unica ad avere il polso della situazione sociale e di tutti i disagi che essa comporta. Il mio appello, quindi, è diretto al Vescovo di Teggiano, Mons. Don Antonio De Luca, che a questo punto non deve più indugiare e deve scendere in campo direttamente e personalmente per capire e studiare le soluzioni che possono essere anche diverse caso per caso. E chi meglio dei sacerdoti conosce palmo a palmo il territorio e le sue insidie. Non bisogna aspettare che arrivino i Carabinieri perché con l’Arma già passiamo al secondo tempo della partita, quando cioè è in ballo l’ordine pubblico e quando, come nell’ultimo episodio di Sassano, dimostrano addirittura una sensibilità nel tutelare la privacy dei ragazzini minorenni che rischiavano di finire in pasto alla sfrenata voglia di cronaca dei media locali.

Ma il fatto è accaduto e bisogna analizzarlo e studiarlo nei minimi dettagli mettendolo a confronto con gli altri gravi episodi accaduti negli ultimi tempi nel Vallo di Diano che qui per sintesi intendo ricordare:

  • La giovane studentessa che è “caduta” da un balcone delle residenze universitarie di Fisciano;
  • L’arresto di Antonio Marmo, figlio del sindaco di San Rufo, con l’accusa di spaccio (ancora da provare);
  • Il giovane 27enne Giuseppe Marchesano, originario di Buonabitacolo, trovato morto a Castel del Bosco nel comune toscano di Montopoli Valdarno;
  • Il rogo assassino in cui ha trovato la morte Violeta di Sala Consilina;
  • La morte del giovanissimo Massimo Casalnuovo di Buonabitacolo nel 2011;
  • La morte del giovane Antonio Pascuzzo ucciso a Buonabitacolo da un amico per motivi legati allo spaccio di stupefacenti;
  • Il caso conclamato di pedofilia accaduto a Teggiano qualche anno fa che stava allargandosi in altre località valdianesi;
  • I delitti di Olena e di Di Gloria a Polla;

 

e questo solo per citare alcuni dei tanti altri fatti accaduti negli ultimi anni.

Naturalmente insieme alla Chiesa devono impegnarsi anche tutte le Associazioni presenti sul territorio (un po’ come sta brillantemente facendo la Consulta delle Donne per combattere il femmincidio) che insieme alle Amministrazioni Locali sono chiamate e responsabilizzate alla tutela del territorio dal punto di vista socio ambientale con particolare riguardo alle motivazioni che spingono tanti giovani verso il malessere che spesso sfocia anche in fatti di cronaca nera.

Nel mese di aprile 2018 il giovane NICO, 21enne figlio eclettico dell’alta società partenopea, venne trovato morto in una delle vie più alla moda di Positano a causa di un carico alcolico eccessivo (fece un volo di 70 metri).

Ho ricordato questo episodio perché pochi giorni dopo suo padre, Antonio Marra (tecnologo del C.N.R.), scrisse una lettera che il quotidiano Il Mattino di Napoli pubblicò in prima pagina. E’ una lettera che va letta con molta attenzione da parte di tutti:

  • ”Mio figlio era un ragazzo pazzesco, con un cuore e una mente enorme, con una vita a disposizione ma che gli andava stretta per le tantissime cose che programmava e del quale era il primo realizzatore. Maledetto e spaventoso alcol! Ma perché tutto questo? Nico ha voluto inconsapevolmente, casualmente ma purtroppo tragicamente, manifestare che si è arrivati a un punto di non ritorno. E adesso sto a piangerlo con un dolore che mi fa morire giorno dopo giorno, ma che mi fa rabbia e costringe ad urlare che non può e non deve succedere. Abbracciate i vostri figli, coccolateli, fate loro leggere queste parole, la vita è preziosissima, non può essere ceduta in cambio di uno sballo. Il ritorno a casa dopo il divertimento deve essere qualcosa di normale e scontato. Non si può pregare e sperare ogni volta nel miracolo ordinario di rivedere il proprio figlio riposare, al sicuro, nel proprio letto. A me non è più consentito… Ciao Nico. Papà ti ama».

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