DON NUNZIO: dall’intervista esclusiva di Tommaso D’Angelo viene fuori un Mons. Scarano che non ti aspetti !!

 

 

Aldo Bianchini

 

Dr. Tommaso D'Angelo - direttore responsabile del quotidiano "le Cronache"

SALERNO – Il difetto che contraddistingue tutta l’informazione (da quella nazionale alla locale) è il fatto (molto deprecabile) di non voler riconoscere, ed anche applaudire, la professionalità e la capacità di un altro giornalista quando mette a segno un ottimo colpo offrendolo all’attenzione dei lettori e/o dei telespettatori, perfettamente impostato come titolo, sotto titolo, occhiello, fotografie e contenuto.

Un’intervista esclusiva, una pubblicazione ai limiti della perfezione, un titolo in prima a tutta pagina, e una seconda pagina interamente dedicata alla vicenda umana e giudiziaria di Mons. Nunzio Scarano, questo ha semplicemente fatto Tommaso D’Angelo, direttore responsabile di “le Cronache” nell’edizione andata in edicola domenica mattina 3 novembre 2019.

Con un pizzico d’invidia, ma con tutto il rispetto che si deve ad un eccellente professionista che da oltre trent’anni si cimenta e spesso vince nel difficile mondo dell’informazione, mi corre l’obbligo di riconoscere che Tommaso (che un po’ tutti chiamiamo amichevolmente “Tommy”) ha messo a segno un colpo da vero maestro del giornalismo nostrano, riuscendo ad entrare nella casa salernitana di Mons. Scarano e segnando il record di essere stato fin qui l’unico giornalista salernitano ad essere riuscito in questa vera e propria impresa.

Difatti dal giorno più sfortunato della vita del monsignore, mi riferisco al 28 giugno 2013 quando fu arrestato a trascinato a Regina Coeli, nessuno era mai riuscito a catturare la sua fiducia ed a farlo aprire verso il prossimo fino al punto di fargli svelare fatti e circostanze di eventi sconosciuti.

Ma Tommaso D’Angelo ha fatto di più; è riuscito in pratica a “confessare” il sacerdote che tutti gli altri giornalisti hanno ferocemente attaccato per non essere stati in grado di conquistare la sua fiducia e, quindi, di poterlo intervistare.

Tommy si è mosso con molta intelligenza ed anche scaltrezza, lentamente è entrato nell’animo confidenziale di “don Nunzio” e lo ha portato quasi per mano verso quelle rivelazioni che tutti abbiamo letto e che non possiamo non giudicare come chiarificatrici di tante nefandezze rovesciate sul conto del sacerdote e della traboccante umanità che ha sempre seminato intorno a lui in un terreno che, alla fine, ha prodotto soltanto secche sterpaglie.

Alla domanda, intelligente – ficcante e intricante, su come si sono comportati i tanti salernitani che sono stati da Lui beneficiati, don Nunzio con grande umiltà ha risposto: “Cambiano strada per non salutarmi. Non solo le persone che hanno beneficiato del mio aiuto ma anche dei sacerdoti. Ho chiesto aiuto a Mons. Moretti e me lo ha rifiutato, ho scritto a Mons. Bellandi e non mi ha nemmeno risposto. Io mi sento più prete di prima, la sofferenza ha rafforzato la mia fede. Hanno umiliato il prete, non l’uomo. Sono addolorato per non poter celebrare messa o vestire il mio abito sacerdotale. Mi addolora non poter assistere alla Santa messa nelle chiese salernitane o poterci entrare liberamente. Toccate l’uomo ma non il Cristo che è dentro di me. Io li perdono ma dovranno un giorno presentarsi davanti a Dio dove non potranno giustificarsi”.

E pensare che un Vescovo dovrebbe sempre essere come un “padre” per i suoi fedeli !! Viene voglia di dire che, se esiste la fede, dovevano loro due (Moretti e Bellandi) andare a bussare alla porta di don Nunzio, per capire e per aiutare un figlio che con dolore ed umiltà riesce a sopportare le umiliazioni prodotte da un inverosimile tritacarne mediatico, attivato forse per stritolare un innocente.

L’altra cosa che mi ha molto colpito dell’intervista realizzata da Tommaso D’Angelo è il passaggio in cui il giornalista chiede al sacerdote di aprirsi come uomo e come religioso che da personaggio potente è stato costretto a conoscere anche la polvere.

Il mio sogno nel cassetto è una casa per malati terminali, per dare una morte degna a chi ci lascia nella sofferenza. Con il mio sostegno e quello del Rotary è stata creata una sala d’attesa davanti alla rianimazione degna di questo nome. Vorrei completare questo percorso di sostegno agli ammalati e alle loro famiglie. Fosse l’ultima cosa della mia vita, ci riuscirò”.

Mons. Nunzio Scarano, già dirigente dell' APSA in Vaticano

Poi don Nunzio ha confessato al giornalista anche la sua amicizia per la “famiglia D’Amico”, ricchi armatori di chiare origini salernitane, ed ha spiegato dettagliatamente tutta la loro bontà nei riguardi del prossimo con continui e sostanziosi contributi spontanei.

Perché è stato definito “Mister 500” ha chiesto Tommy al prelato. “Mi dispiace per quell’appellativo. Per anni quei soldi che mi provenivano dalle donazioni hanno sfamato decine di famiglie salernitane e romane. La mia carità cristiana era lontana mille miglia dai riflettori e oggi che non possiedo più niente, sono stato sospeso dallo stipendio da ben 82 mesi”.

Ma ci sarà ancora tanto da scrivere e da svelare sul sacerdote, sul personaggio e sull’uomo Mons. Nunzio Scarano; e sicuramente Tommaso D’Angelo non mancherà di stupirci ancora.

One thought on “DON NUNZIO: dall’intervista esclusiva di Tommaso D’Angelo viene fuori un Mons. Scarano che non ti aspetti !!

  1. Devo solo constatare, ancora una volta, quanto siano disattese, dai rappresentanti in terra, le PAROLE, il VERBO del Dio che dicono di rappresentare…

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