CORONAVIRUS: facciamo definitivamente chiarezza su 5 punti

Antonella Inglese

VALLO di DIANO – Dal 21 febbraio scorso, data in cui è stato accertato il primo caso di coronavirus in Italia, i gesti che prima facevamo con disinvoltura sono diventati rischiosi per la nostra salute e quella dei nostri cari.

Tra tutorial su come lavare accuratamente le mani e disciplinari su come svolgere le mansioni quotidiane, persistono ancora molti dubbi, complice anche la dissennata diffusione sul web, sui social e attraverso whatsapp di bufale di ogni genere che ci invitano a fare cose contro ogni raziocinio (come quella prontamente smentita dal Ministero della Salute che invitava a fare i gargarismi con la candeggina, tanto per citarne una). Tuttavia, nonostante l’intensificazione del controllo delle fake news e l’istituzione di canali ufficiali che offrono informazioni sempre aggiornate su ogni possibile dubbio che possa assalire i cittadini, ci sono alcuni falsi miti e alcune paure ormai tanto radicate quanto difficili da smontare. Perciò, a fronte di notizie troppo spesso discordanti, in questo articolo proviamo a fare chiarezza, definitivamente (si spera), su alcuni dubbi che ancora assalgono i cittadini avvalendoci della collaborazione di Giovanni Romano, perito industriale chimico di Montesano sulla Marcellana (Sa), che si occupa di consulenza e analisi nei settori della sicurezza alimentare e di quella ambientale e che collabora con TuttoAlimenti, team multidisciplinare di figure professionali che operano nei settori di sicurezza, prevenzione, consulenza e analisi in tutta Italia. Giovanni Romano, oltre a portare avanti sulla propria pagina Facebook una personale battaglia contro la disinformazione smascherando ogni genere di fake news, compara tutte le fonti ufficiali per offrire risposte quanto più esaurienti sul virus, laddove nutriamo ancora qualche dubbio.

 

Sono tantissimi gli enti che hanno provveduto in queste settimane alla sanificazione delle strade (anche più volte dall’inizio dell’emergenza). Tuttavia, permane un certo scetticismo sull’utilità di questa pratica …

Relativamente a questa domanda si è espresso molto chiaramente il nostro Ministero della Salute; in una recente nota chiarisce che “ad oggi, sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, non vi sono evidenze a supporto dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne con prodotti chimici disinfettanti o igienizzanti. Tali procedure hanno, inoltre, implicazioni logistiche ed economiche da considerare, in assenza di reale beneficio nel controllo dell’epidemia da SARS-CoV-2”.

Non ci sono, perciò, evidenze che le superfici calpestabili siano coinvolte nella trasmissione del virus. Inoltre, l’uso di ipoclorito potrebbe portare ad un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente.

Resta consigliata l’ordinaria pulizia delle strade con saponi/detergenti convenzionali.

 

Allora non serve lasciare le scarpe fuori quando rientriamo in casa…

Il tempo di sopravvivenza del virus in luoghi aperti non è attualmente noto, pertanto questa misura preventiva è di difficile valutazione. Occorre adottare una logica basata “sull’analisi del rischio”.

Le scarpe possono contaminarsi solo se calpestano una superficie in cui una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie (come catarro, saliva, ecc.); le stesse possono potenzialmente contaminare i pavimenti degli ambienti domestici, ma occorre considerare che normalmente non tocchiamo i pavimenti con le mani.

È possibile adottare un atteggiamento prudente, soprattutto in presenza di bambini, lasciando le scarpe all’ingresso della propria abitazione e disinfettando i pavimenti con candeggina diluita.

 

E gli abiti che indossiamo, invece?

Adottando le misure di distanziamento sociale dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Basta adottare pratiche di buon senso, come riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto. Queste pratiche sono volte ad escludere minime probabilità di contatto del virus con superfici che tocchiamo frequentemente con le mani. Risulta molto più utile disinfettare sempre gli oggetti utilizzati frequentemente (telefono cellulare, gli auricolari o un microfono) con un panno inumidito con prodotti a base di alcol o candeggina (tenendo sempre conto delle indicazioni fornite dal produttore).

 

Sono molti quelli che al supermercato non acquistano frutta e verdura per paura di un possibile contagio essendo principalmente alimenti non confezionati. Frutta e verdura sono o no sicuri?

Frutta e verdura sono assolutamente sicuri.

Innanzitutto, non esistono prove che il cibo sia fonte o veicolo di trasmissione per il virus SARS-CoV-2; l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), in un comunicato del 09/03/2020, conferma, sulla base delle esperienze fatte con precedenti focolai epidemici riconducibili ai coronavirus (SARS-CoV e MERS-CoV), che non si è verificata trasmissione tramite il consumo di cibi.

Inoltre, non sono attualmente disponibili informazioni sulla sopravvivenza del virus sulla superficie

degli alimenti: l’ISS (Istituto Superiore della Sanità) conferma la scarsa probabilità di trasmissione del virus attraverso gli alimenti, considerato che la modalità di trasmissione del SARS-CoV-2 è principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto.

È sicuro anche bere l’acqua del rubinetto: infatti, le pratiche di depurazione sono efficaci nell’abbattimento dei virus, insieme a condizioni ambientali che compromettono la vitalità dei virus (temperatura, luce solare, livelli di pH elevati) ed alla fase finale di disinfezione.

 

Gli involucri degli alimenti che acquistiamo al supermercato vanno disinfettati una volta a casa?

E le buste della spesa?

Non è obbligatorio disinfettare gli alimenti una volta a casa, basta applicare le buone norme igieniche consuete, vale a dire procedere con un lavaggio accurato delle mani con acqua e sapone prima di fare la spesa (è possibile utilizzare anche un gel idroalcolico igienizzante per le mani) e, in caso di tosse o starnuti, usare un fazzoletto usa e getta per coprire le vie respiratorie (è importante disinfettare le mani dopo aver gettato il fazzoletto). È possibile anche utilizzare dei guanti, lavando le mani dopo il loro uso; non toccando mai occhi, naso e bocca mentre li indossiamo, toglierli sfilandoli alla rovescia ed, infine, smaltirli.

Per quanto riguarda le buste della spesa può essere utile, dopo aver rimosso gli alimenti gettare le stesse nel cassetto della spazzatura e lavare accuratamente le mani.

Regola importantissima è mantenere sempre la distanza di almeno 1 metro con le altre persone che fanno la spesa, i commessi e i cassieri.

 

Qualora aveste altri dubbi informatevi sempre e soltanto dai siti:

www.salute.gov.it

www.iss.it

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