DONNE: le minigonne, gli sguardi sbagliati e gli eccessi … un’altra faccia dell’essere donna

Aldo Bianchini

La Consulta delle Donne Amministratrici del Vallo di Diano e Tanagro - Primo e, forse, unico esempio in Italia di aggregazione femminile costruttiva

SALERNO – Con la puntata di oggi continua la mia inchiesta giornalistica sul variegato, intricato, difficile, controverso e affascinante “mondo delle donne” che in questa occasione accende i riflettori su un’altra tipologia di donne, quelle delle minigonne che provocano sguardi sbagliati da parte degli uomini con eccessi da entrambe le parti in causa; un problema che si ripete nel tempo e che tanto scalpore hanno suscitato in questi ultimi mesi con la vicenda del “Liceo Socrate” di Roma che analizzerò più avanti.

L’inchiesta, nata quasi per caso, ha raggiunto subito picchi di interesse inimmaginabili al momento in cui prendendo spunto da un post occasionalmente letto su Face Book il 29 settembre 2020; un post semplice ma efficacissimo nella sua essenza, scritto da Michelina De Paolo (di Montesano sulla Marcellana), che ha colpito l’immaginario del mondo femminile di tutto il Vallo di Diano dove, val la pena di ricordare, il mondo femminile è abbastanza attivo attraverso la “Consulta delle Donne Amministratrici del Vallo di Diano e Tanagro”. La maniera forte con cui il dibattito si è sviluppato lascia facilmente prevedere che presto tracimerà i confini valdianesi..

La De Paolo il 29 set. 2020 aveva scritto: ““”Carmela Iannibelli come Hillary Clinton ? Sembra proprio di si, peccato che le donne abbiano successo solo se all’ombra di un uomo, perché spesso vengono penalizzate dalle stesse donne. Questa è la risposta che viene dalle recenti elezioni amministrative: gli uomini hanno stravinto, le donne hanno straperso. A questo punto serve una riflessione collettiva da fare dentro e fuori gli organismi al femminile come la Fidapa e la Consulta delle Donne Amministratrici del Vallo di Diano”” a commento di un mio articolo di qualche giorno prima (esattamente il 27 settembre 2020) dal titolo “Elezioni comunali 2020: il duello a distanza tra Rubino e Mandia e … la prima first-lady di Sassano” nel contesto del quale mettevo in risalto le capacità di “donna, compagna, organizzatrice, politica” della sig.ra Carmela Iannibelli e il ruolo che la stessa aveva avuto nella campagna elettorale di Sassano per l’elezione a sindaco del compagno di una vita Domenico Rubino.

Dal momento del post della De Paolo stanno intervenendo un pò tutte le donne che non fanno soltanto le casalinghe; e questo giornale ha fin qui pubblicato diversi interventi.

Fino alla bagarre, forse inattesa e perciò ancora più interessante, scatenata dalla dottoressa Romina Valisena contro il malcapitato dottor Lorenzo Peluso (entrambi giornalisti, e il secondo direttore di Quasimezzogiorno.it); di questo scontro, però, cercherò di parlarne in un successivo articolo quando le bocce della vicenda saranno ferme e, quindi, più analizzabili.

 

Incisione di Otto van Veen raffigurante l'episodio in cui Santhippe versa un secchio d'acqua sporca in testa a Socrate.

Oggi, come dicevo, intendo intrattenermi sulle donne che usano le minigonne e sugli sguardi sbagliati ed anche gli eccessi, a cavallo di un detto napoletanissimo che fa Uocchie chine e mane vacanteovvero “occhi pieni e mani vuote”; un detto che a me non piace affatto perché svilisce la bellezza e la valenza femminile che va sempre ammirata. La Borrelli è partita da Socrate che nel 400 a.C. non difendeva mai la moglie “Santippe” (dal carattere stravagante, iracondo ed anche bisbetico; una donna che Antistene definì: “la più fastidiosa di quelle che sono, furono e saranno”) dagli attacchi malsani e diceva “E’ un cavallo di razza che bisogna allenare alla lotta”) per arrivare alla brutta vicenda del Liceo Socrate alla Garbatella di Roma dove una vice preside aveva invitato le ragazze ad un abbigliamento meno succinto e più idoneo alla presenza in classe.

Nel merito la Borrelli scrive: “… La vice preside ha invitato le ragazze a non indossare le minigonne perché nell’attesa dei nuovi banchi, ove mai arriveranno, stare sedute sulle sedie potrebbe attirare l’occhio dei professori. Le ragazze sono insorte ! Lesa maestà alla loro adolescenza fatta di vanità e insicurezze. Di omologazione e confronti che vuole tutte le fanciulle in shorts e anfibi anche a 34 gradi. La lesa maestà alla leggerezza che nessun genitore riesce più a contenere al punto che parlare di decoro è un insulto alla parità. Noi s’indossava il grembiule sino alla terza media. Era decoro, ma anche rispetto per chi sotto portava abiti poveri, rattoppati, ancora negli anni ’70. Alle superiori ci ritrovammo tutte in jeans e desert-boots, per fortuna. Oggi la divisa è di impertinenti leggins, camicette che profumano di Lolite e capricci, shorts, minigonne …”.

Ci vuole davvero poco per superare l’impasse: i prof  non devono far cadere l’occhio sulle gambe delle ragazze (dire gambe è dire poco !!) perché è cosa povera e abietta; e le fanciulle dovrebbero ascoltare la vicepreside e indossare un fighissimo paio di jeans

Parole di una donna, ancorchè giornalista, che pesano come macigni rispetto alla visione molto personale, riduttiva e greve che la giornalista donna Romina Valisena ha delle altre donne; ovviamente ne capirete di più quando nella prossima puntata cercherò di analizzare sia l’articolo di Peluso che il post di reazione molto forte e fuori delle righe della Valisena.

 

 

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