TALEBANI E PRISCILLA SALERNO

 

 

di Donato Salzano*

 

Dr. Donato Salzano - Segretario associazione radicale Maurizio Provenza di Salerno

A volte ritornano, in forme diverse, ma nella storia vichianamente tornano sempre. A Salerno purtroppo, ed a ogni latitudine in questo disgraziato Paese, di talebani che offrono candidature femminili (candidatura di genere) nelle liste alle prossime amministrative, sia nella gamba sinistra che in quella destra di un regime sempre più discriminatore e infame, sono di per sé atti da violenza di genere, intollerabili contro le donne. Si certo, come no, possono candidarsi e magari essere elette (solo sei al consiglio uscente di Salerno) purché siano donne “perbene” che seguano tutti i precetti dettati dalla “Shari’a” di partito. Un po’ quello che succede in queste ore a Kabul quando il regime dei talebani mette perfino all’asta al miglior offerente donne in “sposa” quale bottino di guerra ai miliziani vincitori.

 

A lei no, a Salerno non viene dato il permesso di candidarsi. A Tina Ciaco in arte “Priscilla”. Laureata in giurisprudenza. Impegnata nella lotta al femminicidio ed al revenge porn. Inintegrabile e per nulla disposta a farsi integrare dalla legge “coranica” imposta dai miliziani di partito, pietra angolare di uno scandalo che travalica persino la trave che è oramai da tempo non vedono nei loro occhi, a favore della pagliuzza che puntualmente scorgono in quella degli altri. No, questa candidatura non s’adda proprio fare, anche perché sia gli uni che gli altri vogliono avere le mani libere per potersi spartire meglio e di più, mica alla luce del sole, ma di nascosto nelle segrete stanze. Questi sono come “ladri di Pisa”, litigano su tutto la mattina per poi incontrarsi di notte al buio per spartirsi il bottino. Certo da trentacinque anni De Luca e il suo clan hanno violato e violano la propria legalità statutaria, ma soprattutto le opposizioni di regime di ieri, di oggi e di domani con loro si sono spartite, si spartiscono e si spartiranno la strage del diritto e dei diritti. Ospitare invece Tina, la persona con la sua storia politica, dalla carica umana e professionale altra, diversa nelle proprie liste, sarebbe un arricchimento e un parziale risarcimento all’attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, che si sta perpetrando non tanto nei suoi confronti, ma piuttosto ai danni di quelli che per questo non potranno sceglierla o respingerla.

 

Al Nuovo PSI non auguro la stessa sorte che ebbe il Partito Radicale in termini di risultati elettorali, allorquando consapevolmente decise con Marco Pannella di candidare Ilona Staller alla Camera dei Deputati. Però gli italiani ottennero la migliore parlamentare della storia repubblicana per numero di presenze e per qualità di documenti prodotti nel corso della legislatura, tra questi la legge che ancora oggi tutela la professione di Tina e la libera partecipazione ai suoi spettacoli. Cosi analogamente spero che i salernitani possano ottenere la migliore consigliera per la prossima consigliatura, che potrà anche finalmente portare in dote la costituzione di quella Commissione Consiliare Pari Opportunità attesa da oltre trentacinque anni dagli elettori.

 

Da subito invito Tina ai nostri tavoli referendari per venire a sottoscrivere, ed unirsi alle tante altre firme di speranza, sulla riforma della “giustizia giusta” quella da cinquant’anni di Enzo Tortora, Leonardo Sciascia e Marco Pannella, se si vuole del nostro socialista e libertario Vincenzo Giordano sindaco galantuomo .. Promossa ancora una volta dal Partito Radicale e oggi anche dalla Lega di Matteo Salvini. Ora, da subito, sotto i colpi del “generale agosto” per non rischiare che a settembre sia troppo tardi! Saremo in panchina da riserva della Repubblica per dare corpo all’art.75 della Costituzione, in attesa che i “signori del gettone” di questo o del prossimo Consiglio Comunale possano dopo trentacinque anni “dissequestrare” il secondo voto, quello referendario consultivo previsto per i salernitani dallo Statuto Comunale, a cui irresponsabilmente non hanno mai dato attuazione con un regolamento. Questi ti chiedono con il primo voto di farsi eleggere in Consiglio, ma si guardano bene dal dare seguito all’obbligo di legge per il secondo voto referendario, che potrebbe censurare democraticamente il loro operato nel Consiglio stesso.

All’armi! All’armi nonviolente della carta e della penna per scongiurare l’ennesima strage di diritto ..

 

DOVE C’E’ STRAGE DI DIRITTO, C’E’ STRAGE DI POPOLI!

UNA ROSA PER LE DONNE KABUL!

 

* Segretario Associazione Radicale “Maurizio Provenza” di Salerno

 

 

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