Misure antidepressive urbane

 

da Antonio Cortese (giornalista)

Si  parla di Salerno prima e dopo le elezioni per ben importanti questioni. Come il direttore Aldo Bianchini quando temporeggia, ammortizzo la tensione tornando sulle voci dell’aspetto turistico. Molti giovani o cosiddetti che senza accorgersene vanno sulla cinquantina, non tanto sui social network ma sulle radio esternano il proprio malessere a proposito della propria città. Cercano la città a misura d’uomo ragazzoni di Brescia, Piacenza, Torino e altri capoluoghi che erroneamente mitizzati da noi invece dovrebbero rappresentare classicamente lidi sereni. Cosa c’è dietro questa insoddisfazione depressiva e deprimente se non appunto il male del secolo (scorso) che attacca anche le giovani generazioni? La depressione che raggiunge solitamente i freschi pensionati non sembra normale da quando miete vittime sin dalle scuole superiori . Ebbene se si parla delle misure urbane a dimensione umana, almeno a Salerno non ci si dovrebbe lamentare, anzi; Comune e Provincia comprese le Pro-loco dei comuni satelliti potrebbero sfruttare il volano per l’ incoming da queste generazioni in altri centri italiani e che vogliono la scelta di vita drastica ogni giorno che si alzano, che vanno a lavorare o meno. Al di là della nuova formazione in giunta potrebbe essere questo il rimboccarsi le maniche, non per il turismo natalizio o estivo, ma per una nuova concezione di accoglimento programmata un po’ come facevano le città cisalpine in attesa di ondate di emigranti. Queste persone avranno il proprio cervello che non vuole fuggire, ma fare valere scambio di conoscenze ed esperienze: cosa che non riuscendo a fare altrove dove si trovino, genera in loro, appunto depressione, impotenza. La domanda c’è, l’offerente se ne deve accorgere però, per non morire sepolti dagli opuscoli in stile agenzia Alitalia (che fu).

 

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