Conferma neutrale nell’imbarazzo generale

 

da Antonio Cortese (giornalista)

Già da qualche mese lo stesso Sergio nazionale negava come Paganini. Stava lasciando un’arena che non era solita applaudirlo, forse per le troppe mattarellate alla destra forzista che finalmente sperava di liberarsene tra una barzelletta ed un’altra. Non essendo mai stato un animale televisivo, il più normale degli italiani stava oramai ritirandosi nel caldo barocco palermitano, con pesanti drappi di velluto a consolarlo, a riscaldarlo e a fare ombra sul settennato a fine carriera. Scostando il drappo dalla finestra della sua casa siciliana, eccoti però l’unico colpo di scena possibile: Aridaje!  Poi difatti le alternative erano una più debole dell’altra a parte la proposta in rosa della Belloni o di qualche saggio nonnino come Cassese o altre riapparizioni democristiane; perché le proposte della destra inoltre, con rappresentanti parlamentari che nell’urna scrivono Siffredi, Signorini, Nino D’Angelo o l’avvocato del diavolo nelle sue pellicce scialacquone, fuori moda e fuori ogni decoro e rispetto per gli elettori, e che aveva già difeso un padre padrone colpevole di ogni mancanza in questo Stato se non per il gradimento dei teatri e pubblicità in tivù, sono state vergognose. Se il mio nuovo presidente, Sergio Mattarella, non espelle quest’ultime figure immature (che lo hanno votato per mera sopravvivenza) dal proprio rinnovato parlamento, allora spegnerò da subito l’ottimismo figlio della conferma sensata nei suoi confronti. Ma la stima rimane, anche perché chiunque al posto suo avrebbe dato sul nascere la scintilla ad un forte rischio di guerra civile, poiché qualsiasi altra designazione avrebbe arrecato troppe proteste parziali, facendo poi andare avanti una carica istituzionale come un’auto a tre volumi con sole due ruote. Probabilmente un altro Sergio, Costa, o altri esponenti del m5s sarebbero stati all’altezza, ma sono ancora troppo influenzati e psicologicamente sudditi di dinamiche tarate dai teatranti già citati negli anni passati. I grillini nel proporre un nuovo presidente, come in altri casi, pur avendo i numeri, si vede che siano stati troppo imbarazzati: tra altri sette anni speriamo siano meno timidi e con qualche attributo in più.

 

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