IESU: lascia il Ruggi per colpa di … ?

 

Aldo Bianchini

 

Prof. Severino Iesu - primario cardiochirurgia d'urgenza

SALERNO – Più di qualcuno vorrebbe accreditare nell’immaginario collettivo, attraverso la stampa, la tesi che lo stimatissimo prof. Severino Iesu, eccellente cardiochirurgo, sarebbe in procinto di lasciare la Torre del Cuore del Ruggi per colpa di ….

Ovviamente dietro questa affermazione si nascondono anni e anni di perplessità personali ed insindacabili dello stesso Iesu, ma anche di battaglie intestine che sicuramente, pur non riguardando personalmente il luminare di cardiochirurgia, sono state portate avanti artatamente da chi vorrebbe, sempre e comunque, far ricadere “la colpa” sul duo politica-sanità costituito dal governatore della regione on. Vincenzo De Luca e dal cardiochirurgo Enrico Coscioni (consigliere personale del governatore in fatto di sanità e presidente del c.d.a. dell’Agenas) che un paio di anni fa è stato nominato primario della “cardiochirurgia di elezione” in aggiunta al primario della “cardiochirurgia d’urgenza” prof. Iesu che diversi anni fa fu gratificato della nomina di “primario” (nomina meritatissima) dal prof. Giuseppe Di Benedetto; una nomina che arrivò in tempo utile per non far andare via Severino Iesu che già all’epoca (parliamo di un ventina di anni fa) aveva manifestato chiari segnali di insoddisfazione e pensava seriamente a nuove esperienze ed opportunità professionali al di fuori della Torre del Cuore di Salerno.

Prof. Giuseppe Di Benedetto - il papà della cardiochirurgia salernitana

Allora Di Benedetto riuscì a mettere tutti d’accordo (politica, sanità, medici, infermieri e utenti) sulla nomina di Iesu per il quale la cardiochirurgia venne appositamente sdoppiata; ma, attenzione, stiamo parlando di Di Benedetto che aveva un carisma umano e professionale unico e fuori dalle regole e per questo riusciva a zittire tutti. Di personaggi come Di Benedetto non ne avremo più.

Oggi bisogna prendere atto che l’eredità di Di Benedetto era ed è pesantissima e con lui, anche se in pensione, sono schierati almeno sulla carta ancora oltre un centinaio di addetti ai lavori tra cardiochirurghi, cardiologi, medici e paramedici che nel recente passato hanno tentato di ostacolare la nomina a primario di Coscioni sostenendo che la cardiochirurgia dovesse ritornare ad essere una sola grande divisione ospedaliera con a capo il prof. Severino Iesu che da molti è considerato l’erede naturale dell’irripetibile prof. Giuseppe Di Benedetto.

Ora di nuovo, almeno così si dice, Iesu sta manifestando il desiderio di andare via e tutti (stampa compresa) a rievocare il possibile complotto ordito dal “duo politica-sanità” (De Luca e Coscioni) che senza venir mai nominati, almeno in questa fase, aleggiano dietro i commenti scritti e parlati.

Sono scesi in campo addirittura l’ex europarlamentare Andrea De Simone, e i parlamentari Imma Vietri (capogruppo di Fratelli d’Italia alla Commissione Politiche Sociali della Camera) e Giuseppe Bicchielli (Noi Moderati) che chiedono, in sintesi, direttamente a De Luca conto e ragione di questa possibile fuga del prof. Iesu con tutto il suo staff.

Da sinistra: i cardiochirurghi Enrico Coscioni e Severino Iesu

La discussione, quindi, si sposta rapidamente sul piano politico ed investe non solo De Luca e Coscioni ma anche direttamente il direttore generale del Ruggi dr. Enzo D’Amato, reo di non intervenire nella vicenda, come se quest’ultimo dovesse essere nella mente e nei desideri del luminare di cardiochirurgia.

A mente serena bisognerebbe prendere atto, invece, che purtroppo il prof. Iesu più di una volta, nel corso della sua permanenza al Ruggi ha manifestato (almeno così si dice !!) l’intenzione di lasciare; un pensiero, badate bene, assolutamente legittimo ancorchè legato, come è legato, ad aspirazioni professionali per nuove e più invitanti esperienze.

Basta, quindi, con questa eterna telenovela e si lasci il prof. Iesu decidere in piena autonomia del suo futuro personale e professionale; a tutti noi dispiacerà ma se ha deciso di andare è meglio lasciarlo partire.

 

 

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