So’ Diego, ti spiego … bonus, superbonus e “superMutuo”

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Oggi c’é una destra “cattivella” al governo; o almeno così può sembrare a molti. Però (per riassumere un adagio in blues di Pino Daniele) la maggior parte di tutti i parlamentari é gente fuori dalla realtà; parlano, fanno accordi e decisioni milionari che non sono a contatto con la classe media.

Se poi intendono levare o sospendere il superbonus é per dar retta ai costruttori che hanno bisogno di vendere nuove case; quindi gli si potrebbe rispondere. “ma se non alzano gli stipendi si perde oltre a filippo anche il panaro”.  La sinistra e la sinistra grillina queste mosse non ci arriva neanche a capirle, essendo esigenze di mercato, e si lamentano invece a vanvera sulla semplice rivalsa o proprietà intellettuale in merito.

Se l’edilizia traina in Italia, é pur vero che le nuove abitazioni, col s.bonus che invece è un maquillage per vecchie signore, le si deve vendere se non ancora appaltare con nuove imprese nuovi edifici. Ora il problema vero che la sinistra dovrebbe porre é: ok ma come e chi se le compra le nuove abitazioni? Si mettessero d’accordo. Il parlamento é il primo sito democratico e serve a questo, non per fare tribuna contro tribuna.

Con l’aumento stipendi non ci sarebbe nemmeno bisogno del salario minimo e l’inflazione svanirebbe come una bolla. Bisognerebbe escogitare mutui accessibili in cui la gente possa credere. Per le ristrutturazioni e il fotovoltaico si potrebbero rielaborare piani anche seconda di una sorta propedeutica prospettiva redditizia. Anche con risparmi vincolati ai mutui in base all’aumento di stipendio, ad esempio. Cioè per dirla in soldoni, un impiegato in base alla proiezione di acquisto di nuovi immobili può essere agevolato di aumenti di stipendio di cui una percentuale di risparmio viene automaticamente destinata all’impegno del mutuo. Altresì invece, per chi non può o non vuole altro che dedicarsi alla ristrutturazione, le misure agevolative possono essere “corrette” ad un ribasso di agevolazione a seconda della gravità o urgenza del lavoro se proprio necessario.

 

Se c’era una voce a favore dello sviluppo delle famiglie e della crescita quantitativa di queste, a cominciare dai pannolini e dai bonus bebè, era di quel signorotto on. Luigi Di Maio, il quale però per inesperienza trasformista ha tradito i 5s per i Piddini che lo hanno preso a pedate. Ma almeno ripartire dal presupposto e la buona coscienza che si possa corroborare l’edilizia soprattutto aiutando famiglie e salari farebbe al caso.

Rdc e salario minimo sono arrivati in Italia come esigenze maturate in paesi più stabili, con parlamenti più maturi e con qualche secolo in più di dibattiti e confronti fra le parti: invece le due conquiste civili in questione da noi sono recepite ancora come strumenti e allarmi di crisi e povertà quando dovrebbero essere intese come normalissime. Non essendo abituato il paese a determinati gradi di civiltà e democrazia oltre che coesione interna ad una nazione, abbiamo assistito ad una profusione al veleno continua e controproducente; perché intesi come elemosine ed infatti sentire Conte, che parla di trecento euro mensili per il signor tizio sembra una barzelletta, se nel portafoglio di un italiano medio bastano appena per una settimana. Quindi o l’Rdc lo si avvalori veramente o altrimenti la destra nell’assurdità ne continuerebbe a vedere un gesto simbolico ma inefficace. Sempre se capiscano anche loro che é sempre uno strumento anticrimine, in primis. Il salario, se minimo, lo si adegui un minimo.

 

 

 

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