Corte dei Conti e Covid: un insano intreccio di poteri

 

Aldo Bianchini

Napoli - la sede della Corte dei Conti

SALERNO – La recentissima notizia del cosiddetto “accounting impeachment” che è caduto sulla testa del governatore De Luca ad opera della Corte dei Conti di Napoli su esposto dell’avv. Roberto Ionta che denunciava l’acquisto inutile e quindi illegittimo da parte della Regione Campania di centinaia di migliaia di smart-card (: le cosiddette carte vaccinali su cui dovevano finire i dati della avvenuta vaccinazione dei cittadini campani, per consentire libera circolazione negli spazi pubblici).

Insomma secondo gli scienziati della Corte dei Conti l’azione preventiva – tempestiva e decisiva del governatore De Luca nella guerra contro il covid avrebbe prodotto, per quanto attiene le smart-card, un complessivo danno erariale di € 3.714.900; il governatore per la sua parte dovrà rispondere del danno di € 928.725, mentre il resto dovrà essere diviso in parti uguali tra gli altri responsabili dell’improvvido acquisto (Italo Giulivo coordinatore dell’Unità di Crisi regionale per l’emergenza epidemiologica da Covid-19; Antonio Postiglione membro e vice dell’Unità di crisi; e gli altri componenti Massimo Bisogno, Ugo Trama e Roberta Santaniello).

Insomma come dire che Vincenzo De Luca nel momento del suo maggiore e strepitoso successo nell’immaginario collettivo campano, italiano e forse mondiale (si parlava di lui come un eroe in America così come in sud Africa e Giappone) mentre di giorno raccoglieva consensi impensabili, nottetempo in combriccola con gli altri cinque studiava come frodare lo Stato.

Il governatore De Luca nel classico atteggiamento di chi vuole fare i conti ai contabili della Corte dei Conti

Cesare passò il Rubicone e vinse e Rom lo proclamò eroe universale, se avesse perso probabilmente sarebbe stato passato per le armi e dimenticato dalla storia; nella realtà fu anche oggetto di un timido tentativo di rendere conto delle eccessive spese militari impegnate nella campagna del Rubicone ma tutto fu rimesso nel cassetto.

De Luca senza alcun dubbio ha vinto la battaglia del Covid, non lo dico io ma centinaia di migliaia di elettori che lo votarono a larga maggioranza quando ancora eravamo in era pandemica; io faccio l’osservatore della politica e ricordo a tutti che qualche mese prima della pandemia l’effetto De Luca era praticamente finito e si avviava verso una cocente sconfitta elettorale; invece stravinse le elezioni e subito dopo incominciarono le critiche sterili dei perdenti senza memoria (come dice Salvatore Memoli) che, oltre a cavalcare la tigre, altro non sanno fare.

Questa volta non è il Senato o i Tribuni della Plebe a muovere contestazioni, è niente di meno che la Corte dei Conti (un organismo che non tutte le Procure della Repubblica sopportano facilmente) che nelle cinquanta pagine di accuse utilizza termini davvero sorprendenti e forse mai così volgarmente pubblicati: “fuga in avanti” – “sconfinamento” – “iniziative distoniche” – “protervia amministrtaiva” – “strategia inutile e dannosa sotto il profilo economico”.

Da semplice cittadino, ancorchè osservatore, e, stando alle statistiche precedenti, potrei anche rigirare la minestra e rovesciare le predette accuse sugli stessi investigatori della CdC e parlare di fuga in avanti rispetto alle loro reali competenze, di sconfinamento dei poteri, di iniziative distoniche, di protervia giudiziaria e di inutile – dannosa strategia investigativa che non porterà da nessuna se non ad una nuova spinta di separazione tra l’opinione pubblica e l’azione della magistratura (contabile e non) che spesso ama tracimare dall’esercizio della giustizia commutativa in quella distributiva che attiene soltanto all’azione ed alle scelte politiche.

Azione e scelte che De Luca, per una verità storica, ha fatto prima e meglio degli altri; sicuramente lui stesso e si suoi stretti collaboratori in quella guerra contro la pandemia avrà commesso degli errori (meglio sarebbe dire “cazzate”) che vanno, però, prima accertati e poi semmai anche resi di dominio pubblico; onde evitare che l’ennesimo attacco mediatico possa offrire al governatore qualche punto in più per il suo terzo mandato.

So benissimo che il contenuto del presente articolo farà storcere il naso a molti; poco importa, la libertà di pensiero ha, comunque, un prezzo.

 

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