GIORNALISMO: gli eccessi della cronaca nera e il caso “Ricci – Giambruno”

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche giorno fa, esattamente il 30 novembre scorso, ho trattato lo spinoso argomento inerente la mania dilagante di tutti quei giornalisti che sui grandi network nazionali trattano i servizi di cronaca nera e/o giudiziaria di sentirsi simili se non superiori agli stessi PM che governano i casi più eclatanti; l’ho fatto firmando l’articolo dal titolo “GIORNALISMO: tra Mediaset – Rai – La7  …  tutti Pubblici Ministeri !!”, oggi mi sembra giusto continuare ad esplorare questo filone che, comunque, ha prodotto e produce dati di ascolto altissimi da parte dei telespettatori.

E’ questa la ragione per la quale tutte le tv nazionali e non solo si sono lanciate, da diversi anni, sulla cronaca nera arrivando, quasi, a trasferire le notizie raccolte di vari uffici del PM nei diversi salotti televisivi allestiti, tutti, ad emicicli a mò di aule giudiziarie; e in quelle arene si scatenano tutti a pronunciare sentenze inappellabili, addirittura al di là della Suprema Corte di Cassazione, scavalcando perfino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

A questa tracimante marea di immondizia giornalistica occorre porre rapidamente i necessari rimedi per ricondurre tutta l’informazione di cronaca nei giusti binari della correttezza deontologica, prima ancora che giuridica nell’ottica dell’assoluta libertà d’informazione.

Nel contesto del precedente articolo ho riferito, in breve, il pensiero sulla cronaca nera che Pier Silvio Berlusconi ha espresso nel corso dell’annuale conferenza stampa di Mediaset del 1° dicembre 23; per chiudere il cerchio è opportuno riferire anche altre esternazioni del presidente di Mediaset soprattutto quelle riferibili al caso Ricci/Giambruno (l’ex compagno della Meloni):

  • E i rapporti con il presidente del Consiglio dopo l’affare Giambruno? «Con Giorgia Meloni ci siamo sentiti subito dopo che era divampata la questione. Mi sono stupito e ho riso di tutte le dietrologie nate di conseguenza. Le ho manifestato tutta la mia vicinanza, molto dispiaciuto sotto l’aspetto umano e personale. D’altronde Antonio Ricci lo conosciamo, e con lui la filosofia di “Striscia la notizia”. Con il governo ci sono le normali relazioni che può avere una grande azienda come la nostra. Piuttosto ho scoperto con sorpresa che l’Italia è il Paese che destina il più basso investimento procapite, sull’audiovisivo, in tutta Europa». Perdonato Ricci, perdonato anche Giambruno? Meglio svicolare («Andiamo a mangiare, dai») oppure parlare di Ilary Blasi, confermata a fine marzo alla conduzione di «L’isola dei famosi»: «Per i miei gusti di pomeriggio c’è troppa cronaca nera, troppo nera, bisognerà lavorarci un po’ sopra: io certamente non ne sono un fan. Con Ilary dovremmo trovarci e riparlarne insieme. Di sicuro il suo docufilm di Netflix non lo guardo: certe storie di corna e divorzi me le risparmio volentieri» (fonte Il Mattino).

 

Dunque, oltre il preciso riferimento alla cronaca nera, qualcosina è accaduta dopo le sconcertanti rivelazioni di Striscia che ha sparato a pallettoni su Andrea Giambruno che era ed è un giornalista di Mediaset; con immagini e audio hanno demolito Andrea in maniera vergognosa quasi fosse un colpevole assatanato di sesso extra da ricercare tra le colleghe della redazione di Rete/4. Tutti a giustificare l’azione di Ricci che da sempre è ritenuto un baluardo della libertà di stampa.

Facendo leva sulle parole di Pier Silvio Berlusconi una domanda l rivolgo direttamente al mitico Ricci: “Se il presunto assatanato di sesso extra fosse stato il presidente di Mediaset avrebbe messo in onda quelle immagini accompagnate da audio ?”.

La storia è vecchia ed è sempre quella, dietro ogni apparente scoop c’è sempre un complotto; e sul poveraccio di Andrea si è scatenato davvero l’inferno.

 

 

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