Cecchino Cacciatore: tra penna, toga e diritto tra le righe per “la giustizia è anche domani”

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Quando un giurista intellettuale come l’avv. Cecchino Cacciatore (penalista – cassazionista, ottimo rampollo di una famiglia straordinariamente ricca di giuristi e docenti universitari) con la penna e con la toga, dopo aver sviscerato la giustizia, passa per “il diritto tra le righe” ed approda a “la giustizia è anche domani” potrebbe voler dire che la giustizia oggi è davvero un punto dolente del nostro sistema sociale e che bisognerà sperare nel domani per avere una giustizia giusta, rapida ed efficientemente efficace.

Il senso dell’ultimo lavoro letterario “La giustizia è anche domani” (D’Amato editore – gennaio 2024) potrebbe proprio essere un messaggio in positivo verso il domani, che è speranza se non fatale certezza, con un giustizia (e non soltanto !!) all’altezza dei tempi; del resto quando in un Pese si muove la cinematografia e la letteratura a supporto del legislatore il significato è molto chiaro; insomma se per la violenza sulle donne (il film della Cortellesi “C’è ancora domani”) e il sistema giudiziario (il libro di Cacciatore “La giustizia è anche domani”), due drammi sociali importantissimi, non se ne può uscire oggi non resta che aspettare domani come giustamente suggerisce l’avv. Cecchino Cacciatore nel suo ultimo libro.

Questa volta, pur chiedendosi ancora “perché io”, Cecchino Cacciatore apre il libro con un racconto drammatico che riguarda un vecchio avvocato picchiato dal figlio che lui (Cecchino) dovrà difendere come richiestogli dal padre per non farlo andare in galera:

  • La visione fulminea che si aprì agli occhi dell’immaginazione fu animata dalla gestione di una vicenda processuale difficilissima e dal riaffiorare continuo di antiche vestigia della nobile figura, oramai sbiadita, di un fiero e valoroso avvocato, maestro di intere generazioni, ma anche grottescamente causa della disturbata personalità del proprio figlio. Fu un attimo, ma bastò per farmi capire quanto accidentato fosse il percorso che mi si presentava davanti, se avessi accettato il mandato, per giungere a dare una risposta a quegli interrogativi. Il vecchio avvocato, dopo avermi raccontato, mi salutò e non ci incontrammo più fino al giorno dell’inizio del processo.

Il breve e conciso passaggio, tratto proprio dal libro, ci fa capire diverse cose partendo verosimilmente dal “perché io” che deve essere letto come una sorta di visione allargata verso la risoluzione dei problemi sperando nell’oggi ed avendo più certezze nel domani. Per questo l’intellettuale Cecchino Cacciatore scrive e si dimena nell’immenso e variegato mondo della giustizia, Lui è convinto che soltanto con il contributo di ognuno si potrà arrivare, domani, ad una risoluzione più o meno accettabile da tutti.

Non è facile ma Lui ci prova convintamente, e non a caso ha già in precedenza pubblicato, sempre per D’Amato editore “La penna e la toga – Scritti e interventi su politica e giustizia” nel 2020, e “Il diritto tra le righe – Viaggio alla ricerca della giustizia nella letteratura” nel 2022.

Tra le tre opere c’è un nesso logico che va ben oltre la semplice descrizione di fatti e circostanze per arrivare a legare un ragionamento complessivo che si immerge nella letteratura come unica ed ultima risorsa purificatrice ed innovatrice.

Nell’ultima opera Cecchino Cacciatore non solo ci mette la faccia ma mette in discussione tutto il suo sapere pur di dare un solido contributo alla causa generale della giustizia ed anche allo stato di diritto di ognuno; canali questi posti a garanzia delle libertà che devono trovare nel processo il massimo delle tutele possibili.

E ritornano di grande attualità le parole dell’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno Silverio Sica che in merito all’opera “Il diritto tra le righe” scrisse:

  • Cecchino riflette, approfondisce, si interroga. Non è da tutti pensare e mettere in discussione ciò che si fa. Occorre una sorta di “terzo occhio”, quello che ci fa vedere il mondo che non appare, che ci lascia intravedere il futuro, che vede i fantasmi nella realtà di ogni giorno. E dentro di lui si affacciano interrogativi inquietanti e figure che segnarono storie e la storia stessa. Perchè le norme, le leggi sono il frutto di una storia che cambia e muta ogni giorno, le scrivono uomini con le proprie idee e sentimenti … Ma, egli dice e pensa, è questo essere “chiamato”, è questo l’avvocato, nient’altro che una voce che si leva nel deserto della ragione. Il diritto tra le righe 9 E poi, Cecchino contiene una storia: la storia di Diego, del mio amico Diego, di Cecchino, il nonno di una famiglia che ha dentro di sé una storia di stemma, con scritta, la parole libertà”.

L’avv. Cacciatore chiude la sua ultima opera con un messaggio che sta tra l’intellettuale – l’avvocato e l’amico di sempre:

Per la presunzione, chiedo scusa; per il viaggio, dunque, ho tentato di dire che ognuno si deve affidare – nell’affrontare i venti e i mari della giustizia – alla bussola della fraterna comprensione, i cui punti cardinali sono il rispetto della persona e l’organizzazione dei suoi diritti. 91 Spero di esserci riuscito. Se ce l’ho fatta, ringrazio, in definitiva, anche chi un tale viaggio ha fin qui percorso con me e chi, sempre con me, domani vorrà farlo verso le spiagge della speranza, fatta di considerazione e ascolto dei più deboli. Dove ci si scandalizzi per le ingiustizie!

 

 

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