“La neglia” del Vallo di Diano

 

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Non posso e non voglio credere che il prof. Rocco Cimino (scrittore e poeta in vernacolo), illustre cittadino del Vallo di Diano con radici fortemente teggianesi, abbia pensato soltanto alla particolare situazione climatica di alcune stagioni dell’anno quando realmente la nebbia avvolge l’intera vallata e dirada soltanto a mattinata inoltrata; quando soprattutto un poeta scrive bisogna sempre cercare di immaginare a 360° il suo pensiero per poter davvero capire e spiegare quale messaggio Egli ha inteso trasmettere agli altri:

Ecco la poesia, intitolata “La neglia” che ho ritrovato per caso sul web:  “”Scenni lenda lenda – la neglia sta nottu – e cummoglia ogni cosa : casi, suppenni e pagliari. – Ra li vuttari si spanni  n’addoru ri mustu – rui para ri vuoi – trascinani ngoppa na carretta – n’omminu struttu e stangu. – Na vicchiaredda fila a lu fusu – la lana ri li ppecuri appena carusati.  – Ppi li strati ri cambagna  – haddini, papari e prucini si fani na passiata.  – Ra lundanu si sendi nu suonu ri cambani e ra na finesta na figliola canda na canzona r’amoru, nu vecchju appuggiatu a la hraliata – caccia fumu ra lu nasu  – ca sembra jatu.  – E stu spittaculu ti enghj – lu coru ri gioia””.

L’ho letta e riletta; a me è parsa la fotografia della situazione economico –politico – sociale del Vallo di Diano sempre protesa verso una risoluzione definitiva dei suoi problemi e mai concretamente sul filo di lana del traguardo; esttamente come descritto nella poesia dell’ottimo Rocco Cimino, soprattutto quando nella parte finale allude allo spettacolo che riempie il cuore.

Purtroppo la nebbia, o meglio la neglia, stenta a diradarsi in campo politico per il malcapitato Valdiano che ha ancora davanti a se i problemi vecchi almeno di trent’anni.

Ripeto quello che ho già scritto, tanto non è cambiato assolutamente niente, tranne la nuova sceneggiata dei lavori sul Ponte Tanagro avviati frettolosamente e forse soltanto perché stava per scadere il contratto con la Provincia per l’esecuzione dei lavori stessi:

  • chiusura del Tribunale e del carcere di Sala Consilina;
  • continuo degrado dell’ospedale Curto di Polla;
  • eterna sospensione di quello di Sant’Arsenio;
  • condizioni di precarietà in cui è tenuto (nonostante gli sforzi dell’attuale Consorzio) l’importante via d’acqua del Fiume Tanagro;
  • l’indisponibilità a verificare l’esistenza o meno di petrolio nel sottosuolo;
  • la dissoluzione del sogno della centrale a biomasse di Atena;
  • la guerra senza quartiere contro la realizzazione della centrale elettrica di Montesano;
  • la incerta realizzazione della Diga di Casalbuono (ferma, come spesso accade per i grandi lavori pubblici, all’erogazione di oltre 2milioni di euro per la sua progettazione pseudo-esecutiva);
  • la ferrovia Sicignano – Lagonegro;
  • il sogno dell’alta velocità con stazione mega galattica tra Padula e Montesano;
  • l’impianto sciistico del Cervati; la pericolosità per la salute di alcune zone per via dell’interramento di sostanze tossiche;
  • la sicurezza dei cittadini contro il problema furti e micro-delinquenza (nonostante l’applaudita presenza, dai sindaci creduloni, solo per una volta del Prefetto che nella sostanza si è rivelata inutile e quasi offensiva per l’intelligenza media dei valdianesi; eppure ci fu qualche sindaco che gridò alla vittoria contro i continui furti nelle abitazioni;
  • la fuga dei cervelli che nessuno riesce ad arginare;
  • il gravissimo problema dei cani randagi, della proliferazione dei cinghiali (con pericolo di peste) oppure delle continue scorribande dei cavalli tenuti da mani attente allo stato brado;
  • ed altro ancora, per capire in quale direzione disastrosa si è incanalato da anni il Vallo di Diano.

Ma la nebbia, o meglio la neglia, è ancora troppo fitta; per farla diradare ci vorrà l’impegno di tutta la politica valdianese a partire dal rieletto vice presidente della provincia dr. Giovanni Guzzo (cilentano di nascita e padulese di elezione), taciturno e produttivo,  che presto potrebbe meritatamente trovarsi anche nella posizione di dover assumere la carica, almeno ad interim, di Presidente della Provincia.

 

 

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