I Cds un indice alternativo del rischio

Filippo Ispirato

Negli ultimi mesi, complice la crisi sui mercati finanziari, è sempre più frequente sentir parlare di Cds relativi ai titoli di stato. Cosa si intende per Cds e cosa rappresentano per chi vuole investire? I Cds sono l’acronimo di Credit Default Swap, ossia uno strumento finanziario che ha la funzione di coprire dal rischio chi sottoscrive un’obbligazione emessa da un paese o da un’azienda (ad esempio la sottoscrizione di un Btp). Con tale indice, quindi, si indica il livello di rischio di insolvenza di quel  particolare titolo; tanto più alto è il suo valore, tanto più è elevato il rischio paese collegato, e maggiore sarà il prezzo che si dovrà pagare per coprirsi dalla probabilità di fallimento/default di quel titolo. Nel panorama europeo, per quanto riguarda i titoli di stato, il Cds più elevato è quello greco che ha superato quota 2.400, seguito da quello dell’Irlanda a quota 800 ca e da Italia e Spagna a 400. Paesi, considerati più  sicuri, viaggiano attorno 180 punti nel caso della Francia, con Germania ed Inghilterra attorno ad 80. Tale indice di rischiosità paese, prima del 2008 considerato di minore rilevanza, è diventato molto importante a seguito della crsi dei mutui subprime, innescata dal fallimento della banca d’affari Lehman & Brothers. Il suo rating, infatti, fino al momento del suo fallimento era rimasto A, che

stava ad indicare un’azienda con solida capacità di ripagare i suoi debiti; il suo rating invece avrebbe dovuto nel corso del tempo modificarsi e diventare peggiore. In quel periodo destò infatti molto scalpore il fatto che il rating del titolo non fosse sceso e non si fossero adeguatamente avvisati i possessori dei titoli del peggioramento dell’isituto bancario americano attraverso un adeguato declassamento. Cosa che invece era emersa evidente dal valore dei Cds che erano lievitati costantemente sin dagli inizi del 2008. Dalla crisi dei mutui subprime e lo scoppio della bolla immobiliare americana, gli analisti finanziari considerano congiuntamente sia il rating assegnato dalle principali agenzie americane che il valore di mercato dei Cds in modo da avere una visione più completa sulla situazione delle obbligazioni di quel

paese o azienda presa in considerazione.

 

 

 

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