Giuseppe Alliegro: l’uomo che rinunciò a fare il giornalista

 

 Aldo Bianchini

PADULA – Per mia ignoranza non conoscevo, almeno fino alla sera del 28 agosto scorso, le opere e neppure la stessa esistenza di Giuseppe Alliegro, un uomo tutto d’un pezzo che ad un certo punto del suo cammino terreno decise di “non fare più il giornalista”. Nel Circolo Sociale Carlo Alberto 1886 (presieduto dall’ottimo Felice Tierno) hanno parlato delle opere e dell’uomo Alliegro importanti personaggi come Giuseppe Colitti, Angelo Paladino ed Emilio Giordano mirabilmente guidati dal collega Geppino D’Amico. La rivisitazione del personaggio Giuseppe Alliegro (Padula 1916 – Napoli 1987) mi ha sostanzialmente soddisfatto, e non poteva essere altrimenti tenuto conto dello spessore culturale degli interventi, anche perché mi da la possibilità di un intervento a tutto campo sul modo di “essere giornalista” partendo dal titolo di un suo famoso editoriale “Ecco perché non faccio più il giornalista” (non sono riuscito ad avere il testo di quell’editoriale che andrebbe studiato e attentamente commentato) con cui troncò d’improvviso il suo mestiere di giornalista. L’avvocato Angelo Paladino, sempre puntuale e pungente nei suoi interventi, nel riferire di questa decisione di Giuseppe Alliegro l’ha spiegata dicendo che il giornalista-scrittore-poeta smise di fare il giornalista quando si rese conto che era difficile operare in piena libertà in un mondo che controllava tutto e tutti. Oggi, ha detto Paladino, sarebbe stato più facile per Alliegro continuare nella sua amata attività. Io la penso in maniera completamente diversa da Angelo Paladino, almeno su questo punto, difatti oggi è molto più difficile del passato anche solo tentare di praticare un giornalismo libero e sono perplesso di fronte ad un personaggio come Alliegro che si arrende perché non si sente più libero di parlare e di scrivere. Probabilmente ci saranno state altre cause o concause che indussero lo scrittore alla resa incondizionata, cause che nei suoi successivi scritti non ha mai svelato. Rimango perplesso di fronte ad un personaggio come Giuseppe Alliegro, con tutto il rispetto che la persona merita, perché prima e dopo la sua drastica decisione ha prodotto una bibliografia abbastanza corposa (almeno 18 opere, da “Don Chisciotte” alla “Certosa di Padula”, dai “Figli di Partenope” ai “Figli del Vesuvio”, da “Aria del mio paese” alla “Reggia del Silenzio”, ecc.), una bibliografia non solo corposa ma anche costosa che necessitava di cospicui finanziamenti per la sua pubblicazione. E i finanziamenti, se non erro, vengono tutti da Enti pubblici o da Editori privati che spesso lasciano poco spazio e libertà di azione e di parola a chi ne beneficia. Rischio, però, di fare facile e scontata dietrologia non avendo elementi sicuri di giudizio; un fatto è certo: Giuseppe Alliegro rinunciò a fare il giornalista e rese questa sua decisione di pubblico dominio in maniera eclatante con la speranza che, forse, sarebbe accaduto qualcosa che non accadde e per questa ragione, probabilmente, ritornò sui suoi passi e continuò la sua ragion d’essere scrivendo altri libri (in piena libertà !!). E ancora, Alliegro certamente non amava fare “giornalettismo” e, quindi, rinunciò a fare il giornalista; decisione certamente nobile anche se suscettibile di commenti poco lusinghieri. Gli uomini forti restano in trincea e da lì combattono i soprusi con la segreta speranza di azzerarli; tutto il resto sono soltanto chiacchiere. Questa scelta, a mio modo di vedere, segna inevitabilmente un grave errore nella sua vita professionale in quanto “uomini liberi” come lui non possono e non devono arrendersi di fronte alle prime inevitabili difficoltà o tentativi di condizionamento della libertà. La sua decisione fu certamente sofferta e meditata anche perchè arrivò nell’età della piena maturità artistica e professionale e per questo è ancora più inspiegabile. Oggi che è sicuramente più difficile fare il giornalista alla Alliegro (cioè in piena libertà !!) dovremmo dimetterci tutti per darci alla scrittura di libri, ammesso che sia possibile trovare qualcuno disponibile a farti scrivere un libro-verità e non uno dei tanti libretti di poesie che inondano gli scaffali delle librerie e delle edicole. Ma la rivisitazione del personaggio Alliegro, secondo me, è appena cominciata e bisogna dare a Felice Tierno il merito di aver scelto uno dei più illustri, anche se parzialmente sconosciuto, figli di Padula che merita necessariamente ulteriori approfondimenti.

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