Caso Ingenito: il quotidiano “Il Mattino” è colpevole

 


 

Aldo Bianchini

 

IL MATTINO DI OGGI SI RICONOSCE COLPEVOLE.

PUBBLICATO STAMANE IN PAGINA NAZIONALE, PRIMO PIANO, p. 11), L’ESTRATTO DELLA SENTENZA n. 4820/2013 DEL TRIBUNALE CIVILE DI NAPOLI DEL 4 APRILE SCORSO.

NELLA STESSA IL PIU’ POPOLARE QUOTIDIANO DEL MEZZOGIORNO E DELLA CAMPANIA E’ STATO PESANTEMENTE CONDANNATO PER NOTIZIE DIFFAMATORIE E NON CONTINENTI NEI CONFRONTI DI UN DOCENTE DELL’UNIVERSITA’ DI SALERNO.

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QUESTO IL TESTO DELL’ESTRATTO:

 

IL TRIBUNALE DI NAPOLI, IN ACCOGLIMENTO PARZIALE DELLA DOMANDA PROPOSTA DAL PROF. MICHELE INGENITO, HA CONDANNATO IL MATTINO SPA, IL DIRETTORE E I GIORNALISTI DE SILVA, MANZO E NAPOLI A RISARCIRE I DANNI ARRECATI AL DOCENTE PER LA PUBBLICAZIONE DI ARTICOLI IN FORMA NON CONTINENTE E DIFFAMATORIE. CON PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA PER ESTRATTO E SPESE LEGALI.

 

IL COMMENTO DEL DIRETTORE

 

A dire il vero, l’estratto della sentenza pubblicato da IL MATTINO di oggi appare eccessivamente striminzito e, quindi, non del tutto comprensibile rispetto alle effettive responsabilità societarie e personali accertate dalla Magistratura napoletana.

Quel testo, infatti, non identifica, innanzitutto, l’identità certa dei responsabili della pubblicazione di notizie non continenti, diffamatorie e frutto di un attacco gratuito alla persona. E’ un estratto, quindi, generico ed impreciso che impedisce ai lettori meno attenti ed informati sui fatti accaduti dieci anni fa, di sapere chi realmente siano – oltre a Il Mattino SpA, i veri condannati: e, cioè,  “(…)IL DIRETTORE E I GIORNALISTI DE SILVA,MANZO E NAPOLI”.

Del primo, infatti, leggi il direttore, non viene specificato né il nome né il cognome; degli altri, invece, viene specificato solo il cognome e non il nome proprio.

Avendo a suo tempo letto attentamente quella dura sentenza di condanna, siamo in grado di precisare che NON si tratta dell’attuale direttore de IL MATTINO Alessandro BARBANO, come più di uno potrebbe pensare, bensì del Direttore dell’epoca, Mario ORFEO (attuale direttore del TG1), dei suoi giornalisti e collaboratori a vario titolo: Antonio MANZO, Diego DE SILVA e Giuseppe NAPOLI (e, come in quest’ultimo caso, non di altro/i noto/i collaboratore/i avente/i lo stesso cognome).

 

Il Tribunale di Napoli, infatti, accogliendo la domanda proposta dal prof. Michele Ingenito, li ha tutti condannati a risarcire i danni materiali arrecati al docente per la pubblicazione di articoli contenenti notizie in forma non continente e diffamatoria. Ordinando la pubblicazione della sentenza stessa per estratto e spese legali.

A fondamento della propria decisione il giudicante ha evidenziato, tra l’altro, (ripetiamo a carico di Mario ORFEO, Antonio MANZO, Diego DE SILVA e Giuseppe NAPOLI e non di altri eventuali omonimi) in quasi tutti gli articoli giornalistici oggetto della medesima inchiesta” “un taglio puramente scandalistico alla notizia, invero non giustificabile neppure in presenza del diritto di cronaca”.

Ad ulteriore fondamento della propria decisione, il giudicante ha rilevato che gli articoli diffamatori in questione descrivono il Prof. Michele Ingenito con modalità tali da rappresentare “un chiaro e gratuito attacco personale sicuramente lesivo della reputazione dell’attore”, “allo scopo di indurre il lettore a ritenere l’attore colpevole, ancora prima della conclusione delle indagini”.

In conclusione, il giudicante, “atteso il carattere diffamatorio e offensivo degli articoli comparsi nel mese di dicembre 2004, per diversi giorni consecutivi”, ha condannato i convenuti al risarcimento dei danni lamentati dall’attore.” 

 

La gravità di questa sentenza consiste nel fatto di rimarcare tre punti fondamentali di un’informazione che non dovrebbe mai scatenarsi, come accadde purtroppo ai tempi dei fatti denunciati. E, cioè, la non continenza degli articoli; la loro forma diffamatoria e, quel che è ancora più grave, l’attacco gratuito alla persona.

Quanto di peggio, insomma, un quotidiano di una certa fama anche nazionale possa fare. Specie quando si tratta di un direttore dalla carriera fulminante come Mario ORFEO (Direttore de IL MATTINO e, via via in pochissimi anni, de IL MESSAGGERO, del TG2 e ora del TG1). Oltre a lui, il suo inviato speciale di provincia Antonio MANZO, assurto di recente agli onori delle cronache dopo la (ufficialmente presunta) intervista ad un ex-amico (dal quale viene ormai visto come fumo negli occhi) – il Presidente della 2° Sezione della SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE Antonio ESPOSITO, che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi.

Oltre a Mario ORFEO e Antonio MANZO, gli altri condannati sono due collaboratori esterni: lo scrittore della EINAUDI Diego DE SILVA, e Giuseppe NAPOLI.

Su tutti gli iscritti alla categoria condannati dal Tribunale Civile di Napoli pende ora il giudizio dell’ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI per l’eventuale violazione del codice deontologico professionale.

La nuova e diversa ‘sentenza’ dovrebbe essere pronunciata a breve dal competente ORDINE REGIONALE DEI GIORNALISTI DELLA CAMPANIA.

 

 

 

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