Villa del Sole: una splendida realtà nella nebulosa della sanità

 

Aldo Bianchini

Casa di cura "Villa del Sole"

SALERNO – Al giorno d’oggi, a causa di un’informazione affamata soltanto di notizie negative in grado di cavalcare i luoghi comuni o il senso di repressione dell’immaginario collettivo, è giusto che un giornalista esca dalla routine quotidiana di descrivere fatti oggettivi e di carattere generale per raccontare le sue dirette esperienze, soprattutto quando esse toccano il mondo variegato e nebuloso della sanità.

Senza distinzione di classificazione, la sanità pubblica e privata è spesso al centro del ciclone mediatico che nel nome di un non meglio qualificato “diritto – dovere” di informare tracima spesso al di fuori dei confini del corretto senso deontologico nel racconto dei fatti.

Per la prima volta in vita mia mi è toccato, qualche settimana fa, di entrare nella casa di cura “Villa del Sole” della quale, non lo nego, avevo una considerazione sicuramente non buona perché a tanto indotto dai mezzi d’informazione non sempre equilibrati nella narrazione di alcune vicende giudiziarie che hanno comunque investito la clinica alcuni anni addietro; una narrazione che di sicuro ha contribuito a mettere  in grosse difficoltà i precedenti gestori dell’intera struttura che oggi può contare su ben 90 posti letto.

La nota casa di cura salernitana ha, comunque, una storia tutta sua fin da quando, alcuni decenni or sono, venne alla luce per “dare alla luce” intere generazioni di bambini appartenenti, però, ad una fascia medio-alta della borghesia cittadina con una immagine assolutamente stridente e lontana dal contesto reale di una sanità privata in grosse difficoltà economiche e di una sanità pubblica già immersa nel pantano della politica assettata di consenso popolare ad ogni costo.

Nel tempo la Villa del Sole, la cui denominazione fu concepita (credo !!) propria dalla sua iniziale ispirazione neonatale, si è adeguata ai tempi ed ha implementato le sue specialità anche in ramificazioni sanitarie diverse dalla semplice seppur meravigliosa nascita della vita.

Non intendo qui prolungarmi nel tessere le lodi di una struttura sanitaria che ho frequentato soltanto per pochi giorni, ci vuole ben altro per tracciare un giudizio definitivo; posso, però, in tutta buona fede affermare che la Villa del Sole si apre ai pazienti in una maniera completamente diversa dalle altre strutture sanitarie del territorio perché, pur nella ostentata e funzionale modernizzazione digitale, è rimasta giustamente vincolata a quei concetti essenziali di accoglienza che distinguono il privato dal pubblico; insomma, al di là dei puri aspetti sanitari, ho avuto la percezione concreta ed appagante di non trovarmi in un ospedale pubblico dove ogni aspetto umano e umanitario è stato ormai abbandonato nella notte dei tempi.

Dott.ssa Alessia Agresta(cardiologa, elettrofisiologa – aritmologa)

In quei pochi giorni ho conosciuto una equipe favolosa per capacità professionali e per l’ottimo rapporto umano che mi è stato trasmesso; eppure sono entrato come un perfetto sconosciuto, tranne poi ad essere riconosciuto, quando ero già sul tavolo operatorio, dall’ottimo dr. Bruno Avallone (medico anestesista).

Una equipe guidata con autorevolezza dalla giovanissima dott.ssa Alessia Agresta , ben supportata dai capi-sala Antonio Aiello e Lucia Angrisani e dall’infermiere Amerigo Alfano; il tutto incastonato in un ottimo modello organizzativo e lavorativo che si estende anche al di fuori delle sale operatorie e diventa reale e palpabile nelle stanze di degenza dove tutti i pazienti vengono trattati con delicata gentilezza.

Alla fine del mio percorso sono uscito, non come un numero qualsiasi come quando si esce da un ospedale ma come se stessi uscendo da un albergo, salutato nel peggiore dei casi da un sorriso di compiacimento; con questo non voglio minimamente dire che non esiste anche nella Villa del Sole qualche piccola slabbratura, ma questo fa sicuramente parte del gioco che rimane complessivamente di alto livello per uno standard assistenziale flessibile e modellabile per sopperire alle diverse patologie da decifrare, diagnosticare e curare nell’ambito della chirurgia generale, chirurgia vascolare, ostetricia e ginecologia, medicina generale e cardiologia.

E pur rimanendo ancora abbastanza ancorata alla sua “mission” iniziale, in favore delle mamme e i papà in attesa dei loro figli con 1.200 parti l’anno, ha allargato (come dicevo) la sua sfera operativa alla ginecologia oncologica e servizio di senologia che puntano a dare risposte concrete, tempestive e di altissimo livello alle necessità legate alla salute della donna per la creazione di un vero e proprio ospedale di genere.

 

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