Sala Consilina: emissione di fatture false per 1,5 ml.

Antonio Citera
SALA CONSILINA – Sequestrati beni per un valore di 432 mila euro. L’operazione della guardia di finanza ha riscontrato  un illecito di oltre un milione di euro. Le fiamme gialle di Sala Consilina, nell’ambito delle attività di polizia economica e finanziaria per la ricerca di “evasori totali”, hanno scoperto una società di capitali, con sede in Sala Consilina, operante nel settore edilizio, dedita all’emissione di “fatture false”. Le attività ispettive condotte dai finanzieri hanno consentito di accertare l’emissione di documenti inesistenti negli anni 2008, 2009 e 2010 per oltre un milione e mezzo di euro. L’impresa, inoltre, per non corrispondere all’Erario le imposte scaturenti da tali attività “simulate”, ha dichiarato costi “fittizi” per oltre due milioni d’euro, detraendo indebitamente mezzo milione d’imposta sul valore aggiunto. Elementi rivelatori del carattere fittizio delle operazioni commerciali sono stati le modalità di pagamento delle fatture in questione, tutte per “contanti”, anche in presenza di importi superiori ai limiti imposti dalla disciplina in materia di circolazione del contante, nonché la mancanza di disponibilità da parte della società di attrezzature ed automezzi necessari per l’esecuzione dei lavori. Il legale rappresentante della società, tale I.G. di Lauria (PZ), è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Sala Consilina per “dichiarazione infedele” e per “emissione di fatture ed altri documenti per operazioni inesistenti”. In esecuzione di apposito decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Sala Consilina, la società è stata sottoposta a “sequestro preventivo”, ravvisandosi la necessità di impedire la commissione di ulteriori frodi fiscali, nonché sono state sottoposte a sequestro preventivo “per equivalente” un’altra società riconducibile all’imprenditore lucano, operante sempre nel settore edilizio, e due autovetture allo stesso intestate, beni che secondo l’A.G. costituiscono l’equivalente del “profitto” ottenuto dalla commissione dei reati fiscali, per un valore di 432 mila euro. Un’operazione che risalta l’intensa attività che le fiamme gialle svolgono per combattere l’evasione fiscale. Un fenomeno che nel 2011, si conferma come piaga dell’Italia. Il nostro Paese, continua ad essere la culla degli evasori. I numeri ufficiali sono impietosi dentro e fuori il Paese. Basti pensare che quando i numeri sul fenomeno sono resi pubblici, la credibilità dell’Italia all’estero subisce contraccolpi rilevanti.  Ecco i dati, dunque: complessivamente ,  l’attività di contrasto messa in atto dalla Guardia di Finanza ha portato all’ individuazione di redditi non dichiarati per oltre 50 miliardi e di Iva evasa per oltre 8 miliardi. L’evasione più consistente e sofisticata, spiegano dalle Fiamme Gialle, è quella che scaturisce «dalle triangolazioni fra società collocate nei paradisi fiscali, dalle intestazioni fittizie di patrimoni, dalle grosse operazioni elusive». I militari hanno inoltre denunciato 12mila soggetti nell’ambito delle indagini sulle frodi e sui reati fiscali, per aver utilizzato o emesso fatture false (1.981 violazioni), per non aver versato l’iva (402), per aver omesso la dichiarazioni dei redditi (2.000), aver distrutto o nascosto la contabilità (oltre 2.000). Soggetti a cui sono stati sequestrati complessivamente 902 milioni. Ma non solo: a livello internazionale le Fiamme Gialle hanno scoperto redditi non dichiarati per circa 11 miliardi – frutto principalmente dei trasferimenti ‘di comodo delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali e dello spostamento di capitali all’estero – e scoperto 7.500 evasori totali: in sostanza imprese e lavoratori autonomi che non hanno mai pagato un euro di tasse, non presentando le dichiarazioni annuali. Questi signori hanno nascosto redditi per 21 miliardi. Due, invece, i miliardi di Iva evasa con cosiddette “frodi carosello”, mentre nel corso dei controlli sono stati scoperti 12.676 lavoratori in nero, di cui oltre 2.500 extracomunitari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *