Antonio Citera
Dura la polemica che si consuma nel Vallo di Diano dopo la decisione del Governo di sopprimere la Giustizia. Dopo le veline che i politici sdraiati sotto l’ombrellone hanno diramato discolpandosi e rammaricandosi di quanto accaduto, è la volta dei cittadini che sono realmente le vere vittime di un sistema pilotato ad hoc, un puzzle costruito pezzo dopo pezzo per far soccombere la dignità delle persone sotto i colpi di fantomatici e distruttivi provvedimenti.“ Il nostro territorio vittima di una politica lesiva distante dal suo vero ruolo”. Queste le parole strappate dalla bocca semi cucita di Andrea, operaio edile, sulla sua faccia i segni della rassegnazione, – ci toglieranno tutto- continua, -oggi il tribunale, domani l’ospedale e così via ci faranno pagare anche il respiro- . Un leitmotiv, che va al di là della questione tribunale. Una sfiducia apparente verso un futuro visto sempre più nero. Depauperati dei servizi, e alla ricerca di un lavoro che non c’è, questa la reale situazione di un comprensorio dal passato ridente. Difficile in queste condizioni pianificare un avvenire. – La soppressione del Tribunale -ci dice Francesco laureando in medicina -,è un ennesimo raggiro ben architettato, messo in scena usando un copione ben studiato e radicato nel Vallo di Diano.- Un territorio scippato di tutto,- continua- raggirato da bravi oratori che hanno fatto delle parole un’arte di potere. –Una politica dello “scarica barile”, di chi fa finta di protestare, di alzare il tono della voce, mentre, di fatto fa l’occhiolino ai poteri forti,- continua- col chiaro intento di intorbidire le acque, ma senza intaccare le scelte.- Una politica fatta da chi coltiva solo il proprio orticello dimenticando lo scopo comune–conclude- . Come loro, altre testimonianze attribuiscono le colpe ad una politica assente e poco attenta ai reali fabbisogni del territorio. Una polemica infinita, una sfiducia lampante verso le Istituzioni sempre più orfane di buon senso e buona gestione della cosa pubblica. Una soppressione quella della Giustizia che si nasconde dietro ad una revisione della Geografia Giudiziaria, ispirata da false esigenze di efficienza e risparmio, in nome della ormai onnipresente spending review, che in realtà ha contribuito ulteriormente a sfasciare la giustizia di questo paese. Se concettualmente può essere giusto chiudere le sezioni distaccate dei tribunali o quelle sedi in cui operano 2-3 magistrati, mi chiedo come uno Sato minimamente civile possa pretendere di chiudere tribunali che servono oltre 100 mila cittadini. Un paradosso Italiano. Rifondare la giustizia non conoscendo affatto il territorio, esasperando di fatto la già provata economia