Gambino/81: Antonio Petrosino D’Auria, sorvegliato speciale

 

 

Marilena Mascolo

PAGANI – Il comunicato della Questura è sintetico ed emblematico al tempo stesso. All’attenta lettura appare quasi una pre-sentenza del processo più noto di “Linea d’ombra” che vede coinvolti lo stesso Antonio Petrosino D’Auria insieme ad Alberico Gambino ed altri in quella che passerà alla storia come il “Sistema Pagani”. In pratica la Corte di Appello di Salerno stabilisce, senza eccessivi proclami, che la sorveglianza speciale di “Antonio” si è resa necessaria per l’ormai conclamata assonanza personale e familiare camorristica con gruppi malavitosi di un certo spessore che hanno operato ed operano nell’Agro. Dall’operazione della Questura sarà facile ipotizzare qualsiasi tipo di riferimento con il processo in corso ed in ragione del quale lo stesso Antonio, insieme agli altri, è tuttora ristretto agli arresti domiciliari. Comunque, nell’attesa degli eventi, ecco il testo integrale del comunicato della Questura di Salerno: <<Questa mattina, personale della Polizia di Stato appartenente alla Divisione Anticrimine della Questura ha notificato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, emessa in data 8 e 15 novembre 2012 dalla Corte d’Appello di Salerno nei confronti di Antonio D’Auria Petrosino, nato a Cava de’ Tireni, di anni 32, attualmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Il D’Auria, coniugato con Rita Fezza, figlia di Salvatore Fezza, deceduto a seguito di agguato camorristico a Pagani, risulta integrato nel sodalizio criminoso denominato clanD’Auria Petrosino–Fezza, erede del disciolto clan “Contaldo”, operante nell’Agro Nocerino – Sarnese. Il suddetto provvedimento di prevenzione ha disposto anche la confisca, previo sequestro degli immobili intestati alla moglie convivente del D’Auria, di diversi beni immobili ubicati in Pagani, alla Via G. Amendola: due immobili al piano terra, non censiti; un immobile ai piani 1-2-3, non censito; due immobili al piano terra, censiti; quattro immobili, rispettivamente ai piani seminterrato, primo, secondo e terzo, censiti. Nel corso dell’operazione di Polizia sono state confiscate, previo sequestro, anche le somme di denaro depositate sul conto corrente di Rita Fezza, per l’importo complessivo di € 38.792,15>>.

 

2 thoughts on “Gambino/81: Antonio Petrosino D’Auria, sorvegliato speciale

  1. Egr. Dott. Bianchini, forse oggi abbiamo capito molto di più di quello che si potesse immaginare, stamattina al processo delle ombre finalmente si e’ vista la luce.
    La Presidente Allegro su richiesta dell’avvocato di Panico di risentire il suo assistito sulla manipolazione del registratore e su le conversazioni mancanti, ha chiaramente respinto la richiesta di ascoltare Panico e questo la dice lunga sulla credibilità di Panico, caro dott. Bianchini ha capito bene la Allegro non ha voluto sapere ragioni ,quello che ha fatto Panico col registratore e’ un fatto saputo e quello che voleva sapere gli e’ stato detto in tribunale dal perito e quindi lascio a voi le conclusioni.Poi sinceramente la Procura dovrebbe smetterla di aggrapparsi sugli specchi, ormai e’ palese la pessima figura che ha fatto, saluti e alla prossima.

  2. Gentilissima Marilena Mascolo,
    pur sforzandomi non riesco a vedere la logica nella connessione che Lei fa tra “la misura adottata nei confronti del Petrosino Antonio” e Gambino Alberico o comunque il processo linea d’ombra tanto da farla arrivare ad affermare “che la misura è quasi una pre sentenza”.
    Mi chiedo, e Le chiedo, cosa c’entra “una misura preventiva nei confronti di un soggetto (anche imputato nel processo linea d’ombra” con gli esiti del processo linea d’ombra, cioè una sede dibattimentale che ha dimostrato – anche per testimonianza degli stessi testi d’accusa fatta eccezione per il TANO GRASSO novello che però ormai sembra chiaro tutto può essere tranne che credibile – che il Petrosino D’Auria mai, e dico mai, ha avuto connessioni o solo contatti con Alberico e gli altri.
    Certo il Petrosino Antonio è accusato, da anni in verità, di essere “cammorrista, capo clan, etc.” e questi sono fatti suoi e se veri che “si butti la chiave”.
    Ma questo che c’entra con gli imputati cd. politici del linea d’ombra, che nemmeno manco lo conoscevano come non lo conosceva PETTI (teste d’accusa) nè GIORGIO (quello delle caccavelle) , sinceramente non lo riesco a capire.
    Che poi si voglia pensare che una sentenza di un processo così complesso possa essere legata esclusivamente alle dichiarazioni del NOVELLO TANO GRASSO ( smentite dalla stessa DIGOS che ha affermato la non presenza del Petrosino D’Auria al famoso comizio del 2010 nel palazzurro di Pagani ) o di alcuni pentiti (che sono stati sempre dichiarati inattendibili in altri processi finora svoltisi) allora è come voler dire ” che questo processo si deve chiudere con una sentenza di condanna a tutti i costi per salvare l’impegno senza precedenti profuso dagli investigatori e dalla procura contro una persona in particolar modo non per suffragare con prove le ipotesi di accusa ma per costruire le prove “.
    Anche se ho una pessima opinione della giustizia umana (cioè credo che non esiste e che gli apparati che la dovrebbero applicare tentano prima di salvare la loro casta e poi magari di stabilire l’innocenza o meno delle persone) stavolta credo che la giustizia trionferà e verrà fuori la verità che tutti sanno anche quei miserabili uomini che – per odio, rancore o paura non lo so – hanno mentito sapendo di mentire e che da pusillanimi e cattivi quali sono ritorneranno nell’oblio delle fogne da cui sono usciti per cinque minuti di celebrità….
    Poi verrà il turno del Novello Tano Grasso e della sua famiglia (padre e fratello) perchè finita la festa pure la Procura, che oggi lo tutela, dovrà avviare e concludere le indagini sull’operato di questi soggetti e dovrà sentire, per forza, le centinaia di testi che ben conoscono la dinasty PANICO, dovrà farsi raccontare delle sue combutte con i politici locali (Bottone in primis e poi i Damiano, i Visconti, i Cosentino, etc. etc. maggioranza ed opposizione) e con i suoi avvocatucci (perchè di questo si tratta avvocatucci) per difendere i suoi loschi interessi ed il suo PEGASO costruito solo su illegalità ed illegalità…… In questo senso sarebbe interessante se il Tribunale acquisisse, ad esempio, la REQUISITORIA CONTABILE del PROCURATORE REGIONALE GRASSO che certamente tutto può essere tranne che amico di Gambino e company.
    Così come sarebbe interessante se anche Lei, come giornalista attenta e seria, si interessasse almeno un poco di cosa è cambiato – in dodici mesi – con il governo della Commissione Straordinaria: il dissesto finanziario non c’è e quindi sprechi non ve ne sono stati, il Consorzio di Bacina Sa1 è ancora gestore del servizio rifiuti, i parcheggi sono ancora gestiti dalla Multiservice SRl, la Multiservice SRl esiste ancora, il personale comunale continua a percepire non solo lo stipendio ma anche il SALARIO ACCESSORIO, il PEGASO funziona ancora senza sopralluoghi e senza verifiche e quindi fa quello che vuole (abusi, scale mobili, attività ristorative senza requisiti di igienicità, stazione di carburante in prossimità delle abitazioni, prelievo quotidiano dei rifiuti mentre le strade del paese sono discariche, etc. etc.)….
    E allora di cosa parliamo….. dell’aria fritta o delle frittelle…..o dei seimila euro mensili + rimborso spese (senza documentazione amministrativa ovviamente) che ognuno dei commissari percepisce regolarmente….. o dei tremila euro mensili che i loro collaboratori (alcuni di essi addirittura utilizzati dalla Commissione di accesso come periti di parte) percepiscono per uno o due giorni a settimana di impegno (forse) presso il Comune senza responsabilità e senza titolo……
    Sa cosa Le dico allora, con il dovuto ed obbligato rispetto, …. come diceva Totò: ma ci facciano il piacere……

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