SILVIO BERLUSCONI IL VERO “ROTTAMATORE”

Ritorna in scena da eroe, manda nel caos la fine della legislatura e mette in fibrillazione i mercati.

Antonio Citera

Altro che Matteo Renzi. Ha aspettato dietro l’angolo l’esito delle Primarie. Un gladiatore, senza se e senza ma,dopo tutti i casini che ha combinato,  Super Silvio torna in scena e d’impeto comincia a dettare le sue leggi. Inutile contraddirlo, gioca d’astuzia, sa benissimo che la destra senza di lui è senza futuro. Si voterà più o meno alla fine naturale della legislatura, al massimo un mese prima. Ma Silvio Berlusconi ha deciso che per riprendersi un po’ di voti dal Movimento 5 Stelle e non finire nel dimenticatoio deve sparare a zero contro il governo Monti (per la gioia di Bossi, tornato improvvisamente alla Camera per dire proprio di Monti: “Dobbiamo seppellirlo”), contro l’Europa, promettere l’abolizione dell’Imu nei giorni in cui si versa l’ultima rata, rinverdire tutte le pericolose banalità del populismo. Se nella destra fosse emerso un gruppo dirigente alternativo, soprattutto se il gruppo dirigente non fosse chiaramente ricattabile, è chiaro che tutto questo non sarebbe accaduto. Ma dopo quasi un ventennio di sottomissione assoluta all’uomo solo al comando, la destra non ha più una sua struttura portante e sbanda con lo sbandare dei desideri del vecchio leader al tramonto. Silvio Berlusconi sa bene che con le sue decisioni rischia di ri-portare l’Italia nel baratro, di vanificare in un soffio tutti i sacrifici, pur pesanti, compiuti dagli italiani per risalire la china. Ma non gli interessa. Sa che per salvare gli affari e anche per frenare i processi deve poter disporre di una forza parlamentare fedele. Quanto grande non importa. Ma decisiva per pesare nelle decisioni future e imporre la salvezza per se stesso e per gli amici-sostenitori della prima ora. Da qui, il rovesciamento di ogni tavolo di discussione sulla riforma elettorale negli ultimi mesi (in modo da tenere in vita il porcellum e la nomina dei parlamentari) e le minacce e i ricatti perché il governo non varasse il decreto sull’incandidabilità, che poi il governo ha approvato (ma salvando di fatto la possibilità per Marcello Dell’Utri e altri di ri-candidarsi). Infine, la decisione di accelerare la crisi non partecipando al voto di fiducia al Senato e alla Camera. Questo è Silvio Berlusconi, l’incantatore di serpenti per eccellenza, convinto di essere ancora l’uomo da  ab-battere.

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