Mara/13: il vero sogno

Aldo Bianchini
SALERNO – Su Mara Carfagna è stato scritto di tutto e di più ed è stato detto di tutto e di più; nel bene e nel male nessuno ha, però, sottolineato una dote cristallina di Mara: la coerenza. Lo è sempre stata, nelle scelte sbagliate ed in quelle indovinate; le piace essere se stessa e, che piaccia o no, ci riesce sempre. Questo elemento fondante della personalità nella giovane Maria Rosaria Carfagna è stato sempre presente fin da quando, ragazzina, sognava la politica. Anzi, per meglio dire, ascoltava rapita i ragionamenti di suo padre, Salvatore, che in verità avrebbe voluto trasferire le sue aspirazioni politiche sul figlio maschio il quale, invece, sembrava avviato alla carriera di pallanuotista e che poi si è dedicato a quella di medicina con ottimi risultati. Mara, come spesso accade, ha surrogato il ruolo del fratello ed è partita lancia in resta riuscendo a capire subito che la politica deve avere una base solida nella comunicazione. Ed è diventata presto una eccellente comunicatrice approdando, tra la sorpresa generale dei salernitani, sui grandi net-work nazionali. Non ha fatto la trafila, a volte anche riduttiva in una città che non ti restituisce nulla, e quando è emersa a livello nazionale un po’ tutti hanno storto il naso. In tv poi grazie alla “Domenica del villaggio” ed all’esperienza  del suo cameraman preferito, Carmine Giannattasio, è letteralmente esplosa. Il balzo successivo è stato assolutamente normale e nell’ordine naturale delle cose. La salita sul carro di Forza Italia, prima, e su quello del PdL, poi, del tutto in linea con il suo sogno iniziale. Nelle more di questa esplosione politica potrebbe avere avuto contatti anche con altre forze in campo e con altri personaggi, Lei sostiene di no e non ci sono elementi per non credere alla sua versione dei fatti. Di certo dalla sua c’è la grande serenità con cui ha affrontato e vinto insidiose battaglie mediatiche dimostrando di essere di una spanna al di sopra di tanti altri personaggi politici e di tante giornaliste invidiose del suo successo. Presentarsi di fronte all’assemblea generale dell’ONU per perorare la causa delle donne non è una cosa che possono fare tutti, questo dobbiamo sempre tenerlo presente. Ha sbagliato, almeno secondo il mio punto di vista, il suo primo approccio nei confronti della politica salernitana ed anche nei confronti del mondo dell’informazione locale. Oltre che essere ottima comunicatrice deve anche apparirlo, e in questo c’è un vulnus che discende probabilmente dal fatto che Lei è partita dall’alto e non dal basso. Un secondo errore non  le verrà perdonato. Un paio di anni fa aveva un’autostrada davanti a se ma è andata ad intasarsi in una polemica sterile e infinita con Edmondo Cirielli che l’ha portata lontano anche dalla sua Salerno. Adesso ha a portata di mano la grande occasione per dimostrare di avere anche quelle piccole doti indispensabili che occorrono per governare in sede locale. Difficile darle suggerimenti, dovrà essere dolce e inflessibile al tempo stesso, mai arrogante, per poter fare pulizia totale con scelte irrevocabili, senza mai pensare al possibile bacino di voti che in tanti vorranno portarle in dote; soltanto così potrà rilanciare un partito che al momento non esiste e del quale, comunque, si avverte la mancanza. Insomma dovrà muoversi da vero leader in uno scenario dove ci sono soltanto personaggi senza scrupoli ed in cerca di “potere personale”.  Dalla sua ha la necessaria esperienza governativa e mediatica. Non dovrà temere scissioni e allontanamenti, come non dovrà disprezzare ritorni e ripensamenti; insomma dovrà valorizzare gli amici che non chiedono nulla e dovrà prendere il meglio dai nemici palesi. Non per niente ha avuto “carta bianca” e con questa potrà anche muoversi come un elefante in una cristalleria. Se lo farà, se lo saprà fare, potrà ricostruire un partito che è affondato in una palude incredibile di polemiche, di veleni e di vendette. Dopo potrà anche pensare a conquistare il palazzo di Città che da tanti anni, troppi, è nella mani di “un uomo solo al comando”.

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