Moscatiello/10: PD, giù le mani !!

Aldo Bianchini

BARONISSI – Sarà sufficiente una gustosissima torta per addolcire il dolore per i tanti anni di ansia e di attesa, sarà sufficiente l’affetto dei suoi cari per sbollire le trepidazioni e i patemi d’animo vissuti prima e dopo i tanti stringenti interrogatori, sarà sufficiente la manifestazione di solidarietà dei tanti suoi elettori per ritornare finalmente ad una vita da cittadino tranquillo dopo una tempesta giudiziaria durata circa dodici anni ? NO. Questi lunghi anni di calvario a Giovanni Moscatiello non glieli restituirà mai nessuno. Ricordo un giorno di tanti anni fa di averlo visto passeggiare, avanti e indietro, lungo il marciapiede della sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Salerno nell’attesa del suo avvocato per uno dei primi e devastanti interrogatori. Lo osservai a lungo da lontano e cercai di immedesimarmi in lui rivedendo il film della sua vita. Degli anni trascorsi a Valva come segretario comunale all’epoca del terremoto dell’80 quando intrecciava la sua enorme esperienza amministrativa con le esigenze della ricostruzione e le richieste della Coop. Argenta (una delle più note COOP-ROSSE delle CCC) dominata dal mitico Donigaglia (detto gamba di legno). Del processo che suo malgrado fu costretto a subire per essersi accollato responsabilità non sue al fine di evitare clamorose sciagure all’allora PCI locale e nazionale. Degli anni trascorsi come direttore generale del Comune di Eboli, della lunga stagione vissuta nel Comune di Salerno, dei lunghissimi anni di militanza nel partito prima e spalla a spalla con Michele Figliulo e Vincenzo De Luca poi. Quel giorno lo feci anche riprendere dalla telecamera del mio operatore perché ritenni quelle immagini un patrimonio da conservare a futura memoria. Un uomo tutto d’un pezzo, Giovanni Moscatiello, che è stato capace di superare inenarrabili difficoltà, sempre e comunque, e di aver avuto la forza di non tradire mai nessuno e, soprattutto, di non accusare mai nessuno. Quando sembrava  che le tempeste fossero passate gli è piombata addosso la bufera giudiziaria più terribile e più infamante, quella di collusione con l’apparato camorristico del “clan Forte”, un apparato che attraversato in lungo e in largo la storia del cemento della città di Salerno e di buona parte della provincia. A quel punto il suo partito che gli doveva tantissimo lo ha letteralmente abbandonato, anche Figliulo e De Luca non lo hanno minimamente aiutato. Con tutto il bagaglio dei suoi segreti non ha reagito ed è semplicemente andato via dal partito e dai suoi ex amici ed ha messo la sua enorme esperienza al servizio dell’istituzione Ente Provincia quando già era guidata dall’on. Edmondo Cirielli. Poi è accaduto che i suoi voti, come sindaco di Baronissi,. Divenissero improvvisamente importanti e li ha destinati verso altri lidi facendo perdere al PD anche la maggioranza all’interno del CSTP; la deriva poteva continuare e il centro-destra avrebbe conquistato molti altri avamposti di potere se la “dirigenza” avesse capito in pieno e fino in fondo non solo l’uomo Moscatiello ma anche il suo enorme bagaglio di esperienza, di voti e di consenso popolare. Dopo dodici anni arriva una sentenza assolutoria, infangata da una irrilevante prescrizione (come spesso accade in questi grossi processi in cui anche la pubblica accusa deve prevenire e tamponare gli eventuali danni !!), per restituire la dignità sospesa. E il PD che fa; si scatena nuovamente contro il sindaco Giovanni Moscatiello. Ridicolo, assolutamente ridicolo, dovrebbero vergognarsi gli uomini del PD, attaccano Moscatiello senza sapere nulla del suo passato, delle sue ferree amicizie e della sua tenacia; oppure sanno e contano sul fatto che Moscatiello anche questa volta non parlerà come ha già fatto tante volte in passato. Mi meraviglio soltanto dell’on. Gianfranco Valiante, immerso in una battaglia che non è e non sente sua e che conduce nel nome di un partito che, invece, non merita tanto sacrificio. In passato ho scritto molte volte della vicenda giudiziaria di Moscatiello; fin dai primi giorni ho scritto contro corrente, contro tutto quello che sembrava essere la verità, contro la magistratura che si era accanita ed anche contro certa stampa che eclatava soltanto le veline senza chiedersi chi fosse Giovanni Moscatiello. Ora tutti strombazzano l’assoluzione e corrono a fare interviste; un copione già visto tante altre volte. Inutile chiedere le dimissioni da sindaco di Moscatiello, bisognerebbe invece chiedere le dimissioni di qualche magistrato ma, come dicevo prima, la pubblica accusa sa prevenire e difendersi, ed anche questo è un copione già visto. Io non corro verso il carro del vincitore e, come sempre, neppure tento di salirci sopra; mi limito ad augurare a Giovanni Moscatiello di riprendere subito il cammino sereno della sua vita.

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