POTENZA: al San Carlo nuova cura per ipertensione arteriosa

 

Da Ugo Maria Tassinari

POTENZA – Sono già tornati a casa, ad appena due giorni dall’operazione, due pazienti affetti da una forma di ipertensione arteriosa resistente ai farmaci e per cui, per la prima volta in Basilicata, è stata applicata una nuova tecnica interventistica. Il nome della procedura è assai complicato “simpaticectomia renale transcatetere con radiofrequenze” altrimenti detta “ablazione dell’arteria renale” ma il dispositivo è abbastanza comprensibile anche per i profani.  Una delle principali cause di ipertensione arteriosa è la produzione anomala di adrenalina che si tende a concentrare principalmente nelle arterie renali. Inserendo attraverso un piccolo catetere, con accesso dall’arteria femorale, un apparecchietto che emette energia in radiofrequenza e a bassa intensità, si riduce drasticamente il problema. “Sono stati presentati di recente al Congresso Europeo di Cardiologia  – spiega il dottor Del Prete, che ha applicato la procedura – i dati a tre anni di uno Studio, il Symplicity  2, che ha sostanzialmente raggiunto gli obiettivi prefissati di riduzione significativa dei valori pressori. Nel mondo, così come in Italia sono stati già trattati migliaia di pazienti con risultati molto soddisfacenti  (fino al  95 % dei casi trattati ) e con esiti apprezzabili già a distanza di pochi giorni dalla procedura. In moltissimi casi i pazienti  hanno ridotto l’assunzione dei numerosi farmaci distribuiti nelle 24 ore (fino a quattro, cinque molecole diverse), contenendone il numero fino ad un massimo di uno o due molecole differenti”. Recentissimi studi di Farmacoeconomia, pubblicati  su autorevoli riviste scientifiche  ne hanno anche sottolineato il favorevole rapporto Costo-Efficacia. La U.O. di Cardiologia Emodinamica, diretta dal dottor Lisanti, centro di eccellenza a livello nazionale per svolgere attività interventistica ormai orientata in tutti i settori in ambito cardiovascolare si candida a lanciare questa nuova tecnica, considerato il potenziale, consistente numero di pazienti con indicazione alla metodica stessa. “Questa tecnica innovativa – osserva il direttore generale dell’Aor Giampiero Maruggi – può essere davvero una delle grandi soluzione al trattamento dell’Ipertensione arteriosa, considerata, ad oggi il più grave e diffuso fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Con la sua adozione il Dipartimento del Cuore arricchisce ulteriormente la qualità della sua offerta, sempre più competitiva in ambito extraregionale. Ed è sicuramente motivo di ulteriore soddisfazione che la soluzione di un problema clinico si accompagna a un consistente risparmio per il sistema sanitario regionale”

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