QUIRINALE: “The walking dead … morto che cammina“

 

 di Michele Ingenito

 Secondo il settimanale americano “TIME” del 15 aprile scorso, la scienza potrebbe presto ridare vita alle specie animali estinte, di cui scompaiono ogni anno tra i 10.000 e i 100.000 esemplari.

Come operare il miracolo? Recuperando loro cellule intatte e/o adottando procedure scientifiche particolari grazie a nuclei intatti estratti direttamente dall’interno delle cellule morte.

Miracoli della scienza che non finisce mai di stupire. Tornerà, così, a volare il piccione migratore estintosi nel 1914, a cacciare il cane marsupiale della Tasmania estintosi nel 1930, a brucare l’erba la capra selvatica dei Pirenei estintasi nel 2000, oppure, per il gaudio dei romantici della preistoria, torneranno a dominare le grandi praterie gli elefantiaci mammuth scomparsi dalla notte dei tempi.

La politica italiana ha fatto di più, di meglio e in netto anticipo rispetto alla scienza, riportando a nuova vita politico-istituzionale il santo del giorno: Giorgio Napolitano. Nei cui confronti l’intero Paese sarà d’ora in poi doppiamente riconoscente. Per come ha svolto il suo settennato e per come svolgerà il secondo, obtorto collo!

Ciò non toglie che, come ha rilevato a tutto tondo la stampa internazionale, si tratta di una “disfatta politica” per il nostro Paese, un Paese, per l’appunto, politicamente “naufragato”, diventato “un campo di rovine”, dentro il quale Giorgio Napolitano è il solo a essere rimasto più o meno in piedi, affidabile, rassicurante, professionale” (“LE MONDE”).

Nella lotta tra mostri e super mostri dell’attuale scacchiere politico nostrano è finita che i nostri ‘eroi’, dopo avere inutilmente scrutato nei reciproci abissi decisissimi a combattersi l’uno contro l’altro, si son visti scrutare a loro volta dall’unico ‘mostro’ (sacro) in grado di rimetterli in riga l’uno dopo l’altro: Padre San Giorgio.

E, conseguentemente, Bersani, Berlusconi e Monti sono stati costretti “nella crescente disperazione”, (“BBC”), a risalire faticosamente la china. Dirigendosi, con nietzschiana, convinta umiltà, nuovamente a Canossa/Quirinale per chiedere al Presidentissimo “di uscire dall’impasse politica che minacciava di diventare un abisso che li avrebbe inghiottiti”, supplicandolo di “rimanere altri sette anni” (“LE MONDE”).

‘Al di là del bene e del male’, per l’appunto! Tanto, che importa, se Atene/ (leggi Partiti politici) piange (lacrime di coccodrillo), Sparta/Italia non ride.

Il “crescente caos politico” dell’Italia e la “drammatica sconfitta” di Bersani (“NEW YORK TIMES”) riporta il nostro Paese all’attenzione del mondo politico-finanziario internazionale, con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire.

I moralismi di facciata che hanno criticato il mancato applauso dei grillini all’elezione di Napolitano si infrangono contro una realtà triste e desolante, dal futuro imminente sempre più incerto, da cui si salvano solo le caste, i poteri consolidati a tutti i livelli, in breve i responsabili del crollo di Casa-Italia. Perché avrebbero dovuto ipocritamente applaudire quindi?

Nel convincimento popolare di sostegno al Movimento 5 Stelle, l’evoluzione degli eventi che hanno portato alla rielezione di Re Giorgio consolida e rafforza la bontà della protesta, le motivazioni che la sostengono, la diffidenza verso i proclami di interesse apparentemente popolare. Non c’entrano tutte le balle critiche e snobistiche dei maldestri soloni della politica e dell’informazione sol perché più abili degli insetti piccoli a trafiggere la tela di ragno della giustizia per rimanere liberi (Solone).

Nello scenario internazionale dilaga l’immagine di un’Italia la cui economia è sostenuta in negativo da una percentuale altissima del prodotto interno lordo (GDP) illegalmente non tassato. Non solo per la sua entità che, dopo il Messico al 30%, la colloca al penultimo posto della scala mondiale (27% rispetto all’8,5% della Svizzera, all’8,6% degli USA, al 12.5% del Regno Unito, al 16% della Germania, al 26,8% della Corea). Ma per le motivazioni che, diversamente da quelle degli altri Paesi citati, la determinano: la capacità, cioè, dei poteri criminali di raccogliere ben oltre duecento miliardi di euro (204, per l’esattezza secondo le recenti fonti del “TIME”) di rendite al nero. Come a dire, l’ANTI-STATO a pieno titolo di uno STATO complice, corrotto ed imbelle.

Mentre la gente a 500 euro al mese è costretta a morire. Per fame o per suicidio. Sarà populismo secondo gli avversari. Con l’ovvia diversità di punto di vista per i sostenitori di Grillo. Incapaci di reggere o accettare discussioni e teoremi, di comprendere il bisogno dei media di vendere informazioni per guadagnarci in pubblicità, per fare sistema, insomma, mentre loro subiscono direttamente sulle proprie spalle il disastro nazionale.

Come dar loro torto?

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