QUIRINALE: lacrime, sorrisi e la Bad Godesberg di Nicola Landolfi

Aldo Bianchini

SALERNO – Al sesto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica è accaduto di tutto e di più. E’ accaduto innanzitutto un fatto storico che un uomo come Giorgio Napolitano meritava da tanto tempo e che mai la sinistra italiana gli aveva concesso; anzi negli anni 70 lo scontro con Enrico Berlinguer fu talmente duro da far temere addirittura l’epurazione  di “Giorgio ‘o sicco” (Napolitano, nato a Napoli il 29 giugno 1925) che aveva la colpa di essere l’allievo prediletto di “Giorgio ‘o chiatto” (Amendola, nato a Roma il 21 novembre 1907). Almeno questa fu la ragione ufficiale per la quale Berlinguer perse calma ed equilibrio; semmai ci fosse stato dell’altro a nessuno è dato di sapere. Secondo alcuni impegnati osservatori la rielezione di Napolitano è stata la conferma dell’ultimo sussulto della “vecchia nomenclatura“ dell’apparato della sinistra storica; sussulto abilmente strumentalizzato dal Silvio Berlusconi per frenare l’avanzata rivoluzionaria di Beppe Grillo e dei suoi “grillini” e per stroncare le velleità del vero riformatore Matteo Renzi. La verità come sempre sta, probabilmente, nel mezzo ed ha fatto leva sulle modalità assolutamente scabrose e niente affatto riformiste e liberali con cui il Partito Democratico ha indetto e condotto le “primarie e le parlamentarie” di novembre e dicembre 2012. E le vendette non sono tardate ad arrivare proprio nel momento più difficile (era ovvio !!) del travagliato percorso del segretario nazionale Pierluigi Bersani che, come avevo già anticipato nel novembre del 2012, è stato lasciato solo a fumare il suo amato sigaro sui divani del Transatlantico di Montecitorio. Tutto il resto è storia che dovrà ancora venire, oggi alle 17.00 il presidente Napolitano giura dinnanzi al Parlamento in seduta plenaria e domani inizia le consultazioni perla formazione del nuovo governo, e dovrà ancora essere scritta nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Sulla storia e sulla vicenda di che trattasi ha aperto una finestra anche il segretario del PD di Salerno, Nicola Landolfi, che ha appostato sul suo profilo FaceBook una nota sul presidente Napolitano intrisa di considerazioni storico-filosofiche che ha subito scosso il popolo della rete. Vorrei soltanto suggerire al preparato Nicola Landolfi che per il PD, nazionale ed anche locale, è ormai tardissimo per una Bad Godesberg italiana in quanto la sinistra dalla caduta del muro di Berlino ad oggi ha perso ben 24 anni, ammesso e non concesso che subito dopo la caduta del muro il tempo non fosse già scaduto. Forse la Bad Godesberg italiana doveva nascere all’indomani dell’invasione dell’Ungheria da parte della Russia, ma in quella occasione fu lo stesso Napolitano a dichiarare che la Russia portava la pace in Ungheria, salvo poi a revisionare il proprio pensiero una quindicina di anni dopo. E forse negli anni ’70 il PCI di allora avrebbe fatto ancora in tempo a lanciare la Bad Godesberg (piccola cittadina vicino Bonn) che poche decine di “giovani socialdemocratici tedeschi” nel 1959 dalla piccola sala comunale lanciarono l’anatema contro il “totem di un’idea sbagliata” (quella di Marx) ed infersero una pugnalata al cuore del sistema sovietico. Altro che revisionismo e riformismo, quei pochi tedeschi impartirono lezioni di vero “sistema politico innovativo e di cambiamento” tanto da indurre le successive generazioni (Angela Merkel compresa !!) a governi di “larghe intese” tra destra e socialismo. Ma anche questo il PD non ha saputo fare, anzi ha ostinatamente portato avanti lo scontro da muro contro muro fino al punto di far passare Silvio Berlusconi come il fautore della Bad Godesberg italiana ed internazionale. Il segretario provinciale Nicola Landolfi nell’evocare quell’esperienza tedesca ha, forse, dimenticato che quei giovani ariani con la novità di quell’esperienza lanciarono sul tappeto una montagna di legalità e trasparenza; purtroppo neppure questo il PD nazionale e quello salernitano hanno saputo fare con il tesseramento 2012, con le primarie e le parlamentarie 2012, e con l’assemblea innovativa del 2013. Ma di questo, come ho già scritto, ne parleremo nelle prossime settimane.

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