MASTROLINDO/2: l’Inps e la truffa del secolo !!!

 

Aldo Bianchini

PAGANI – Della truffa in danno dell’Inps per la vicenda delle false assunzioni nel comprensorio dell’agro nocerino-sarnese ho scritto davvero poco rispetto ad altre inchieste giudiziarie che da tempo seguo con un certo interesse. Ho scritto soltanto in due occasioni, la prima quando l’inchiesta giudiziaria ebbe inizio con le perquisizioni in alcuni studi di consulenza del lavoro tra cui quello dei Santilli (vedasi “Gambino/46: adesso tocca all’Inps” del 2 maggio 2012) e la seconda quando scattarono gli arresti (alcuni dei quali in maniera irrazionale e sconvolgente) a carico di alcuni consulenti e/o esponenti dei patronati (vedasi Mastrolindo/1: l’Inps e la truffa del secolo” del 19 febbraio 2013). Questi richiami soltanto per consentire ai lettori più attenti una ricostruzione più ordinata possibile di quanto ho scritto e di quanto avevo promesso di scrivere. Riparto, quindi, dai due precedenti articoli nel momento in cui, a mio modesto avviso, l’inchiesta del pm Roberto Lenza compie un sicuro salto di qualità ed entra per  la prima volta nelle “stanze del potere”, entra cioè nelle stanze in cui operano tutti coloro i quali avevano l’obbligo di controllare e non l’hanno fatto. Altre “stanze del potere” devono però essere esplorate e perquisite se si vuole raggiungere la verità vera ed arrivare anche a coloro che avevano l’obbligo di controllare i controllori e non l’hanno fatto, almeno fino a quando la magistratura non ha allungato i suoi tentacoli su quella che davvero potrebbe essere l’inchiesta del secolo in materia di collocamento al lavoro. Nelle cosiddette stanze del potere, ovviamente, ci metto tutti gli “enti previdenziali e non” che in un modo o nell’altro hanno avuto la possibilità di controlli e di super visioni e, negligentemente, non l’hanno fatto. Del resto viviamo in un Paese dove spesso ricorre la domanda “chi controlla i controllori” e dove la risposta è sempre la stessa “nessuno”. Riprendo a scrivere anche perché siamo a pochi giorni dall’inizio ufficiale, 12 luglio 2013, del “giudizio immediato” per diversi imputati dinnanzi al giudice monocratico Domenico Diograzia, da Santilli a Di Bartolomeo. Nel mio precedente articolo ponevo una domanda sul fatto che se è vero come é vero che il problema delle false assunzioni esiste su tutto il territorio provinciale da molti decenni, perché per il momento é scoppiato soltanto nell’agro nocerino-sarnese. Ho cercato, nei limiti di un’inchiesta giornalistica, anche di dare delle spiegazioni alla mia domanda ipotizzando (ma é soltanto mera ipotesi !!) una sorta di fatale congiunzione astrale frammista ad interessi personalistici tra InpsIspettorato del lavoro InailForze dell’ordine e Politica (locale !!). Ecco solo in questo e solo per questo c’è una specie di convergenza tra le due grandi inchieste che hanno devastato Pagani e zone limitrofe in questi ultimi anni. Quella da me prospettata può senza dubbio essere una ipotesi fantascientifica, non c’è dubbio, anche se uno sguardo all’interno di quelle “stanze del potere” ce lo darei se fossi nei panni del pm Roberto Lenza che, se vogliamo, è figlio d’arte. Difatti suo padre, Gerardo, scomparso nell’ottobre 2012, è stato uno degli “ispettori del lavoro storici” presso l’Ispettorato di Salerno. L’ispettore Lenza che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere per via delle numerose “ispezioni congiunte” (coordinate dall’ispettorato) che ho avuto modo di fare con lui negli anni ’80. L’ispettore Lenza è stato per me come un maestro, spesso mi diceva di porre molta attenzione in quello che andavamo a scrivere nelle lunghe verbalizzazioni e di leggere più volte tutti gli atti prima di mettere nero su bianco. Se vogliamo, quindi, il pm Lenza è cresciuto mangiando quotidianamente pane e lavoro, o meglio ancora pane e ispezioni del lavoro; per questo la mia ricostruzione non dovrebbe apparirgli molto fantascientifica o frutto di pura invenzione. Anche lui avrà certamente sentito parlare degli “orticelli di potere” che si scontrano con altri “orticelli di potere” all’interno di tutti quegli Enti (e non solo) che ho citato prima. Ebbene se davvero è giusto, come è giusto, smantellare questo sistema perverso che governa il mondo del lavoro è altrettanto giusto snidare tutti gli orticelli di potere che tuttora imperversano dettando regole e condizioni. Tenendo, però, sempre conto del  fatto non trascurabile che molto spesso anche chi (come me, ad esempio !!) descrive fatti ed usanze e suggerisce le relative risoluzioni potrebbe essere portatore di spiccati interessi personali contro questo orticello a favore di un altro, e viceversa. Perché io ho l’impressione, amici lettori, che qui, in questa brutta vicenda, ci sia almeno un “grande vecchio” che recita la parte del suggeritore per non dire della talpa. Con tutte le cautele e le remore del caso, ovviamente. Alla prossima.

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