Simonetta: le domande per Pignataro !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Lunedì 17 febbraio prossimo si ritorna in aula; anzi è il super pentito Antonio Pignataro (56 anni) che dovrà tornare in aula dinanzi al pm Vincenzo Montemurro che dovrà sottoporlo ad uno stringente interrogatorio per capire e per sapere di più su quella che è passata alla storia come “la giornata dei killer”. Al di là di ogni considerazione sull’essere criminale incallito di Pignataro rimane di difficile comprensione come un individuo possa portare per circa trentadue anni (tanti sono gli anni passati da quel terribile 29 maggio 1982) ed a cuor leggero un simile fardello di responsabilità e, forse, anche di rimorsi di coscienza. Ma si sa, chi sceglie la strada del crimine difficilmente viene sopraffatto dai rimorsi per quello che fa sapendo benissimo di farlo. Ma torniamo al caso in questione. Qualcuno ha parlato di “ennesimo rinvio” quasi come a dire che è ora di chiudere il caso; mai come nella fattispecie, però, questo ennesimo rinvio potrebbe servire a qualcosa. Innanzitutto potrebbe servire al pm Montemurro che ha, così, più tempo per preparare la sua requisitoria o per chiedere nuove precisazioni al super pentito; poi potrebbe  servire anche allo stesso Pignataro con la speranza che possa decidersi a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. I dubbi sulla veridicità della sua versione dell’agguato camorristico e dei necessari preliminari lasciano ampi spazi per ulteriori e più approfondite indagini che non possono e non devono limitarsi all’accoglimento delle dichiarazioni di vari pentiti tra loro, comunque, collegati e con l’unico obiettivo di sfruttare al massimo ogni agevolazione o privilegio scaturenti dalle collaborazioni giudiziarie. Nelle deposizioni di Antonio Pignataro c’è una contraddizione grossa come una montagna. Difatti nel corso dell’udienza del 9 ottobre 2013 il Pignataro dichiarò di non sapere che in auto c’era la bimba e la dichiarazione sarebbe anche passata per buona in quanto una “bimbetta” facilmente poteva non essere vista se si fosse sdraiata sul sedile dell’auto di grossa cilindrata utilizzata dal giudice Alfonso Lamberti. La contraddizione, però, arriva da un precedente verbale di interrogatorio del pentito Pignataro in cui affermava di <<aver visto Simonetta quando saliva in auto sotto casa e quando scendeva a Vietri>>. Un pentito che prima dice e poi si contraddice come può diventare improvvisamente credibile agli occhi della Procura ? Da qui la convinzione, frutto della mia ricostruzione soltanto giornalistica, che <<il commando ha agito su commissione e che il falso pentito con le sue dichiarazioni ha mandato un messaggio, a chi di dovere, per salvare la sua pelle, farsi un salva condotta, coprire i mandanti e nascondere la vera causale dell’agguato dopo il decesso degli altri complici>>. Davvero molto comodo, non c’è che dire; anche se sullo sfondo resta il dubbio sull’identità nascosta del presunto mandante che verosimilmente è ancora in vita ed è ancora potente. Il pm Montemurro certamente non c’entra con tutto quello che è accaduto dopo la barbara uccisione della bambina in quanto non ha condotto lui le indagini, non c’entra con le guerre intestine che la Procura ebbe modo di vivere in quegli anni difficili quando magistrati colleghi di Alfonso Lamberti agirono con imperizia e con negligenza trovando molto più comodo riparare all’ombra della tesi che voleva il magistrato d’assalto come <<organico alla camorra>> sulla scorta di dichiarazioni di comodo di Carmine Alfieri e Pasquale Galasso che in quel periodo ne dissero di tutte e di più pur di ottenere tutti i benefici previsti. Perché, se si vuole davvero fare chiarezza su quel terribile delitto, non richiamare alla sbarra tutti quelli che in quel periodo indagarono sulla vicenda e che troppo frettolosamente trasformarono Alfonso Lamberti da vittima in carnefice ?  Questo anche a costo di allungare ancora di più la stress del processo, visto e considerato che già sono passati più di trent’anni.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Nell’attesadi Nell’attesa di novità dopo l’udienza di rinvio, mi piace chiudere questo pezzo con le parole tratte dal libro “Cara Simons” (di Alfonso Lamberti): <<Di nuovo mi sono specchiato nella quinta parete della mia prigione, è tutta recintata da mura altissime, attorcigliate da fili spinati; neppure Tu, figliola mia adorata, puoi entrarvi. Ti devi rassegnare, fermati a quel 29 maggio 1982, siamo rimasti sulla stessa spiaggia sempre ventilata, uguali ciottoli, le stesse conchiglie levigate … Non mi va di parlare con nessuno, neppure delle cose più semplici o interessanti, tutto è diverso quando parlo con Te, come faccio da anni, come sto facendo adesso>>.

One thought on “Simonetta: le domande per Pignataro !!

  1. Quanto dolore nel cuore del mio prof Alfonso LAmberti e forse quante domande che cominciano tutte con un perchè?

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