La garanzia incerta dello Stato minimo

di Angelo Giubileo (scrittore)

SALERNO – La settimana scorsa, il ministro degli Interni ha dichiarato, in ordine alla questione della gestione dei migranti, di aver temuto per la tenuta democratica del paese. Ieri l’altro, il capo della polizia ha per così dire rincarato la dose, affermando che “la politica non può delegare tutto alla polizia: certi problemi, prima che di ordine pubblico, sono problemi sociali”.

I teorici liberali dello Stato minimo sanno che compito dello stato di governo è garantire i servizi minimi essenziali del diritto, e quindi della giustizia, e della protezione, e quindi della sicurezza. Di contro, i teorici dello Stato sociale, fautori del dirigismo di governo a ogni livello della vita di ogni singolo individuo (dalla nascita alla morte, e di cui all’oggi a titolo di esempio il diritto dello ius soli).

E allora? Al punto in cui siamo, deve essere chiaro a tutti che oggi in Italia la questione sociale sopravanza la questione di governo. Per anni e anni, lunghi circa un quarto di secolo, si è insistito sulla questione della governabilità necessaria; e in particolare, sul meccanismo e lo strumento, ritenuto pertanto d’interesse prioritario, di gestione della legge elettorale ai diversi livelli di ordine del potere politico: in definitiva, il classico specchio per le allodole, che magari vi hanno creduto e comunque hanno ceduto alle promesse mai realizzate.

Oggi, il quadro della situazione sociale è talmente deteriorato che la questione divenuta prioritaria è la sicurezza sociale del paese. In questi venticinque anni trascorsi, e in generale ai vari livelli, l’irresponsabilità di governo della politica ha prodotto un evidente comune risultato, e cioè la riduzione sia degli spazi di stato sociale che di protezione dei cittadini.

Come è per i migranti, questione che attiene più direttamente alla sicurezza; così è stato ed è per i giovani, ancora e sempre in cerca di lavoro, questione che attiene più direttamente alla sfera della giustizia.

E allora? Riguardo a questa più annosa questione, l’attuale governo cosa propone? La risoluzione di una pensione minima di € 660 circa, cioè un quid che ha a che fare con il tempo futuro del 2050 e oltre. Giammai il presente!

Promesse e futuro, spiace anche dirlo, ma soprattutto questa è stata la Sinistra dell’ultimo quarto di secolo. L’anno prossimo ricorreranno 50 anni dal Sessantotto. E’ bene allora che se ne parli, già ora. Le rappresentazioni non servono. E’ la realtà, che conta.

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