GLI STRUMENTI A TUTELA DEL RISPARMIO PENSIONISTICO IN ITALIA

di Filippo Ispirato

L’Italia rimane fanalino di coda in europa per la previdenza complementare, spesso per timore che i fondi investiti in tali forme di risparmio possano in qualche modo avere problemi di insolvenza, come capitato per alcuni fondi pensione negli Stati Uniti.

La mancata adesione alla previdenza complementare, inoltre, è spesso associata anche al timore di una gestione poco efficace o trasparente da parte del risparmiatore, ma in realtà ci sono delle tutele a salvaguardia di una forma di risparmio molto importante e delicata per il futuro di ogni persona e dello stesso sistema sociale e pensionistico di un paese; vediamo nel dettaglio le disposizioni di legge a tutela degli aderenti.

I fondi pensione hanno una struttura di vigilanza e controlli tale da essere considerati uno degli strumenti finanziari più sicuri fra quelli disponibili ai risparmiatori italiani: tra tutte le normative vigenti in materiale di previdenza complementare, quella italiana è infatti ritenuta la più tutelante a favore degli iscritti.

In particolare, il sistema della previdenza complementare si fonda su un insieme di regole finalizzate alla tutela del risparmio previdenziale. Tali regole si sostanziano, innanzitutto, sulla composizione degli organi di Amministrazione e controllo (CdA, Collegio Sindacale, Responsabile, Organismo di sorveglianza, Controllo interno, Assemblea dei delegati), che devono essere composti da persone che abbiano requisiti specifici di professionalità ed onorabilità.

Seguono poi precise disposizioni sui prodotti finanziari eligibili per gli investimenti e riguardanti inoltre il cosiddetto obbligo della , banca depositaria, nella quale custodire l’intero patrimonio affinché non possa essere usato o sottratto da un singolo in alcun modo (evitando il fenomeno del “prendi e scappa”).

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