CORONAVIRUS: volano centinaia di miliardi di euro …realtà o soltanto chiacchiere ? Le verità di Michele Albanese.

Aldo Bianchini

Il buco neri dell'economia italiana

SALERNO – Rispetto ai cinquecento miliardi sbandierati dal Governo ed ai millantati mille e più miliardi invocati dall’opposizione di centro-destra probabilmente in giro ci sarà soltanto qualche centinaio di milioni di euro da distribuire, in quantità assolutamente spicciola, a tutti coloro i quali dall’emergenza sanitaria hanno già ricevuto danni irreversibili ed a quelli che dopo la crisi verosimilmente non ripartiranno mai.

Promesse, promesse, promesse, soltanto promesse; è questo il problema serissimo che blocca la crescita reale dell’economia del nostro Paese che fino a quando ha potuto indebitarsi a dismisura (per circa venti anni dopo il famoso boom) la situazione apparentemente ci è apparsa a tutti notevolmente favorevole e in gradi di rilanciare l’economia.

Non era così, e quando è arrivato il grimaldello della UE che ha chiuso tutte le possibilità di continuare a far crescere il debito pubblico, ecco che è cominciata fatalmente la crisi irreversibile che attraverso la spreed ci tiene inesorabilmente sotto scacco; una morsa dalla quale è difficilissimo liberarsi, anche perché l’abbiamo scelta noi volontariamente, forse perché non avevamo altra possibilità.

In questo quadro fosco è quasi normale che la politica (destra e sinistra) quando governa  è propensa a fare promesse che sa bene di non poter mantenere; tanto i governi da noi si alternano con estrema facilità.

Di fronte alla marea di promesse gli altri Paesi della UE si spaventano e cercano di resistere per salvaguardare il bilancio comunitario; il pozzo italiano è senza fine, non bastano cinquecento e neppure mille miliardi, ce ne vorrebbero almeno diecimila di miliardi di euro per rimettere in senso la nostra economia e rilanciarla a livelli internazionali.

Ma allora se non ci sono soldi contanti come si fa ad aiutare diversi milioni di italiani, per non dire quasi tutti; insomma chi deve pagare ? Ma è semplice, replicano dal governo, pagano le banche, tanto noi offriamo la garanzia totale sul credito o parziale in alcuni casi.

E chi ci crede: nessuno, men che meno le banche che dovrebbero mettere mano alle riserve dei depositi bancari di tutti noi per far fronte alla crisi senza speranza di restituzione da parte di uno Stato che è molto meno dell’ombra di un Paese serio e propositivo. Insomma alla fine ci rimetterebbero i risparmiatori, soprattutto quelli piccoli.

Michele Albanese (direttore generale della Banca Monte Pruno) ha detto: "Ognuno, ovviamente, deve fare al meglio il suo lavoro e noi oggi stiamo chiedendo solo questo ma, per serietà professionale, dobbiamo ricordare che “sembra facile ma non lo è”, neppure per noi Banche".

Sembra facile, ma non lo è” ha gridato ai quattro venti pochi giorni fa Michele Albanese, direttore generale della Banca Monte Pruno; difatti non è assolutamente facile perché le banche, giustamente, hanno subito innalzato un muro di gomma che cerca di rimandare al mittente le decisioni affrettate e improvvide comunicate al Paese attraverso la nuova tecnica dei DPCM (decreto presidente consiglio ministri) che dà subito l’illusione della risoluzione del problema salvo poi a rivedere il tutto quando il dpcm dovrà essere convertito. Siamo alle solite e quello che dovrebbe essere uno strumento eccezionale è diventato una specie sport di massa che non nega un dpcm a nessuno.

In merito al dpcm che ha disposto solo le garanzie per la concessione dei tanti sussidi (dai 600 euro ai 25mila ed oltre) l’attento Michel Albanese ha scritto in una nuova lettera aperta (dopo quella inviata a De Luca):Ritorno sul decreto legge, il quale ha definito una serie di strumenti per rilanciare il tessuto economico nazionale. Un decreto che ha lanciato, ed è inutile nasconderlo, le Banche nella confusione più totale”.

Perché ? perché, dice Albanese, siamo di fronte ad:Un problema serio, che le imprese hanno voluto mettere sul tavolo e che ritengo sia il risultato di un decreto che ha spostato il problema in capo alle Banche senza considerare che i soldi delle Banche, e in particolar modo delle banche di credito cooperativo, sono fondi raccolti tra la clientela, che vanno investiti con cautela ed utilizzando tutte le precauzioni proprie del mercato del credito … Fare credito in maniera frettolosa oggi, potrebbe significare avere problemi seri da gestire tra qualche anno, nelle masse di credito deteriorato che le banche si troveranno ad avere, in attesa di ricevere i fondi statali come da garanzia”.

Cartina geografica dell' Unione Europea

Una situazione di totale caos che, ancora oggi, il presidente del CdM Giuseppe Conte si ostina a considerare superabile se le banche saranno inchiodate alle loro responsabilità.

E’ sempre Michele Albanese a ribadire il concetto della confusione totale e ad annunciara che, ovviamente, è già scesa in campo la Banca d’Italia: “Considerate le opportunità che l’attuale crisi rischia di offrire alla criminalità economica, si fa presente che gli intermediari dovranno continuare a sottoporre la clientela a tutti gli obblighi previsti dalla disciplina in materia di antiriciclaggio. La profondità e l’intensità dei controlli da condurre a fini di adeguata verifica andranno opportunamente calibrate. Per quanto concerne in particolare i finanziamenti alle imprese garantiti dallo Stato, essi dovrebbero essenzialmente mirare a fornire le imprese della provvista necessaria per far fronte ai costi di funzionamento o a realizzare verificabili piani di ristruttura zione industriale e produttiva. Le banche dovranno quindi tenere conto di questi elementi nell’adeguata verifica della clientela, oltre che ovviamente del complesso degli ulteriori elementi informativi disponibili sul profilo di rischio dei richiedenti i finanziamenti, sia in sede di concessione del finanziamento, sia nella fase di monitoraggio dello stesso”.

Usciremo da questo circuito perverso ? Ce lo dirà soltanto il tempo.

 

 

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