L’Europa e l’Italia ex-comunista

Angelo Giubileo

(Avvocato – Scrittore)

Lo storico marxista Eric Hobsbawm è stato autore di una trilogia che termina con il saggio dal titolo Il Secolo breve (sottotitolo: 1914-1991: l’era dei grandi cataclismi). In esso, l’autore parla dei fallimenti disastrosi dei nazionalismi, del comunismo e del capitalismo. E invece: dopo trent’anni, il capitalismo non arresta la sua marcia trionfale; tanto che perfino la Cina ha adottato un modello dirigista di capitalismo. I nazionalismi riemergono con vigore e già talvolta con successo, come in Gran Bretagna. Il comunismo appare, viceversa, morto e sepolto. In Italia, la storia del comunismo inizia con la scissione di Livorno, di cui il prossimo 21 gennaio ricorre il centenario. Dopo la caduta del Muro di Berlino, da cui lo storico britannico prende le mosse per dichiarare la fine del cosiddetto “secolo breve”, in Italia gli ex-comunisti non hanno mai reso una dichiarazione di fallimento, come afferma viceversa lo storico marxista, né svolto un’analisi critica tale da rinverdire la linfa dell’albero socialista da cui cent’anni fa i progenitori decisero di staccarsi. Cinque anni fa, Matteo Renzi ha traghettato gli eredi italiani della tradizione comunista nel Partito Socialista Europeo. Ancora oggi, dubito fortemente che quegli stessi eredi abbiano condiviso; tanto che, a distanza di soli cinque anni, per l’appunto, Renzi è diventato il nuovo odioso “nemico” che entra a far parte di una tradizione, per l’appunto, secolare. Che appare morta e sepolta.

 

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