SCIASCIA E GLI UDITORI IN MAGISTRATURA

 

 

di Donato Salzano*

 

Nemo propheta in patria! Leonardo Sciascia proponeva il tirocinio obbligatorio in carcere per gli uditori giudiziari … così da essere consapevoli di cosa significhi con un tratto di penna privare della libertà una persona!

Recentemente Daniele Zaccaria su Il Dubbio, racconta invece cosa succede oggi in Francia in una scuola di magistratura che cerca di formare magistrati consapevoli e illuminati. I francesi come gli italiani credono che, in prigione si stia bene e che la vita dei detenuti sia migliore dei disoccupati. Per evitare che i futuri magistrati possano essere influenzati dalla vulgata populista, l’Ècole nationale de la magistrature prevede stage penitenziari obbligatori. Il corso della durata di quasi tre anni ma per una settimana gli allievi vivono in un carcere insieme ai detenuti e agli agenti della penitenziaria.

Le Systeme, sono una serie di podcast sul carcere prodotti dagli aspiranti magistrati, trasmessi online dal sito slate.fr, da suggerire l’ascolto alla guardasigilli Cartabia e ai dirigenti dei DAP, al CSM e all’ANM, magari da tradurre e trasmettere su radioradicale.it

 

 

Da sempre sull’onda emotiva si sono commessi i crimini più terribili. A partire dalla ghigliottina sanguinaria dei sanculotti propugnatori di verità assolute. Per passare a quella di chi pensava di essere nel giusto esponendo i corpi martoriati e violentati, messi a testa in giù di Benito Mussolini e Claretta Petacci (che aveva la sola colpa di essere innamorata) a piazzale Loreto. Fino alla tragica significativa vicenda del recente innocente già “mostro” Massimo Bossetti. Poi chi sa essere innocentista con Berlusconi e allo stesso tempo colpevolista con gli altri e viceversa … Sappia che la terribilità si combatte con la forza del diritto e non con l’emotività delle sirene dei cortei e dei processi sommari per via mediatica. Per altro non restituendo così in generale affatto diritto alla Conoscenza, ed in particolare ai familiari delle vittime.

 

 

Dura lex, sed lex … Extrema ratio! Ricordiamoci che il nostro ordinamento prevede il principio della presunzione d’innocenza, mica quello di colpevolezza … Oramai siamo ad una media di oltre il 40% dei detenuti in attesa di giudizio, che è il doppio di quella europea, di questi poi la metà risulta innocente o addirittura estraneo ai fatti attribuitigli, dopo una dolorosa e lunga carcerazione preventiva (spesso neanche risarcita, caso Tortora e Giordano docet) ed una irragionevole costosa durata del processo (oggi divenuta eterna). Forse però è venuto invece il momento di affermare che gran parte della magistratura requirente ha da sempre una forte repulsione ai principi fondamentali dello Stato di Diritto. In tal senso la proposta di Sciascia é ancora attuale ed ha il forte profumo della “Compresenza”, perché al contrario non è una sconfitta per chi dovrà esercitare l’azione penale. Anzi, a partire dagli uditori in magistratura, che possano così finalmente utilizzare e arricchire al meglio il loro backgroud professionale ed umano con un periodo di almeno un mese di “reclusione” assieme a detenuti e detenenti per transitare appunto verso questo ancora sconosciuto Stato di Diritto. Altrimenti attenzione! Attenzione! Questa giustizia potrebbe colpire anche te …

 

 

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