Se Tajani e Cirielli dialogassero …

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Edito da Arti grafiche Boccia, il “Libro dei fatti 2023” annovera svariate informazioni al cittadino. Tra queste desta per insolita nota storica la “decolonizzazione” di molte nazioni resesi indipendenti nel corso del novecento.

 

Ebbene ad una attenta deduzione, la questione che interessa in gran parte il Regno Unito e la Francia, importa al belpaese per tre grandi stati, ( Libia, Etiopia, Somalia ) che anche se colonizzati per pochi decenni in passato, spetterebbero  propriamente all’Italia nel difficile compito di decolonizzazione tra diritto ed economia, ai tavoli della diplomazia internazionale europea.

 

A differenza di Francia ed Inghilterra che hanno colonizzato in secoli e secoli anche le lingue materne ed il modus vivendi, ed essendo le grandi potenze colonizzatrici a preoccuparsi esse stesse del processo di indipendenza dei paesi interessati alla relativa evoluzione ed indipendenza, non solamente dei confini ma delle popolazioni native, l’Italia potrebbe prendere a cuore le proprie ex colonie con un lavoro di sviluppo e recupero. Partendo da pubbliche relazioni e reciprocità di sviluppo.

 

Le risorse da reperire ed impiegare da un concreto gemellaggio, che vada inteso non più come rapporto ingerente ma piuttosto di proficua comprensione e ricomprensione, con chiarimenti e riconoscimenti, sono molteplici; senza processi storici ma prettamente produttivi ed economici tra entrambe le parti, in una comune intenzione di crescita vicendevole e competitiva sullo scenario di una globalizzazione distratta da questioni che non ci dovrebbero impegnare oltre se non per gli affari del mar Mediterraneo.

 

Evitare di recuperare in mare gli ex coloni almeno, infatti sarebbe già un compito da adempiere affinché gli altri membri europei riconoscano maggiormente lo sforzo profuso dalla Difesa italiana non solamente sulle lunghe coste italiane ma a garanzia dei paesi a nord, dove nella maggior parte dei casi gli emigranti intendono il proprio capolinea.

 

Riallacciando gli interessi con le ex colonie andrebbero frenati in partenza i viaggi della disperazione, senza delegare gli aiuti con la solita mentalità lassista a frati cappuccini e missionari cattolici; laddove lo Stato italiano detiene maggiore competenza geografica, strutturale, diplomatica e fattiva.

 

 

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