MAGISTRATI & TEST: i giudici come Dio o bluff alla Michelangelo ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Come al solito chi tocca i magistrati è destinato ad un rapido declino se non anche alla morte, e non solo psichica.

Per controbattere questo assunto bisogna subito sfatare una credenza, anzi due: i giudici non sono come Dio e i test psico-attitudinali (che il Governo sta decisamente portando avanti) non sono soltanto “… un bluff elettorale quello dei test psico-attitudinali per l’ingresso in Magistratura. Ancor prima che incostituzionale, il progetto governativo è un vero e proprio test psico-attitudinale, esso stesso, per il Governo all’esercizio delle funzioni direttive della politica italiana. E il risultato è negativo, pare evidente …”; come sostiene in un suo recente articolo (apparso su “leCronache.it” ediz. del 31.03.24) l’ex magistrato inquirente  poi anche giudicante dr. Michelangelo Russo.

No, egregio dottor Russo, non è per niente evidente che il risultato derivante da questi cosiddetti test (qualora entrassero davvero in funzione) debba essere preventivamente negativo; e questo per una ragione assolutamente inoppugnabile, cioè che “i magistrati non sono Dio”; anzi aggiungo che già semplicemente per il fatto di scrivere la parola “magistratura” con la M maiuscola (come Lei ha fatto nel suo articolo) si appalesa come un risultato negativo e un distacco abissale con la gente comune, cioè con il popolo in nome del quale un magistrato dovrebbe, sempre e comunque, amministrare la giustizia.

La politica, dal ’90 in poi, ha commesso errori su errori dando alla magistratura un potere immenso, incontrollabile e devastantemente autonomo; e meno male che oggi cerca di porre un freno.

Immaginate amici lettori cosa sarebbe successo se i test psico-attitudinali fossero stati proposti per tutti i magistrati già in servizio; probabilmente avremmo assistito ad un vero scontro in forma militare e con tanto di elmetti e baionette spianate intorno a Palazzo Chigi.

In effetti la proposta del legislatore innanzitutto fissa lo start di partenza per il 2026 e precisa autorevolmente che i test vanno somministrati a coloro i quali aspirano a diventare magistrati ma che al momento degli stessi test sono ancora soltanto presunti candidati al concorso e, quindi, non ancora neppure vincitori dello stesso. Figurarsi se così si appaleserebbe un maldestro tentativo di entrare a piè pari per eliminare giudici ingombranti.

Si grida all’inesistente scandalo quasi come se nella pubblica amministrazione (e la magistratura rientra nell’ambito di essa) non fossero mai esistite le visite mediche preventive che venivano effettuate (e forse esistono ancora oggi) a concorso già vinto ed incidevano a volte sulle speranze di lavoro di tanti soggetti che avrebbero anche potuto scalare le supreme vette ministeriali in fatto di carriere.

Quando nel 1964 vinsi il concorso pubblico per entrare all’INAIL fui anche io sottoposto a visita medica preventiva con esito positivo; ne fece le spese una giovane concorrente (conosciuta nel laboratorio di analisi di Via Diaz) che fu bocciata e fu costretta ad un lungo iter giudiziario per poter poi rientrare dalla finestra e diventare, negli anni successivi, anche una validissima dirigente.

Oltretutto, sempre oggi, le visite mediche preventive e periodiche sono obbligatorie nell’ambito dell’impresa privata che viene pesantemente sanzionata nel caso in cui non rispettasse i dettati legislativi. Qualcuno dirà che queste sono visite mediche normali; a loro rispondo: “perchè i test psico-attitudinali sono cose marziane ?

Ma non c’è niente da fare per i giudici il discorso è diverso; loro sono come Dio, almeno per Michelangelo Russo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *